FIRENZE – Lo screening mammografico riduce la mortalità per tumore al seno e salva molte vite. A confermarlo, arriva ora anche uno studio promosso dall’Osservatorio nazionale screening, la rete di coordinamento nazionale degli screening oncologici del Ministero della salute, che ha sede presso l’Ispo, l’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica della Regione Toscana. Lo studio, realizzato con il contributo di ricercatori di nove Paesi europei, rappresenta un fondamentale contributo scientifico in una controversia pro e contro lo screening mammografico, che ha coinvolto non solo la stampa scientifica, ma anche l’opinione pubblica.
I risultati dello studio, pubblicati in un supplemento del Journal of Medical Screening, e presentati oggi a Londra, mostrano che ogni 1.000 donne dai 50 ai 69 anni che si sottopongono allo screening mammografico ogni due anni, tra le 7 e le 9 donne hanno avuto la vita salvata, e che 4 casi di tumore della mammella (a fronte delle 67 donne che si ammalano di tumore mammario in assenza di screening) potrebbero essere “sovradiagnosi” (riconoscimento di tumori a bassa capacità evolutiva e quindi potenzialmente non pericolosi). I benefici osservati, in termine di vite salvate, in rapporto agli effetti collaterali (sovradiagnosi e falsi positivi al test) rafforzano la necessità di continuare a promuovere i programmi di screening.
“Questo lavoro collaborativo europeo – dichiara Eugenio Paci, dell’Ispo di Firenze, uno dei coordinatori del gruppo Euroscreen – offre la migliore informazione disponibile su potenziali danni e benefici, e permette alle donne una scelta informata e basata su solide evidenze scientifiche. Considerati i pro e i contro dei programmi di screening mammografici, i dati confermano quanto è stato osservato dal progetto Impatto, al quale hanno partecipato molti programmi di screening italiani. Nella realtà fiorentina è stata stimata una riduzione di quasi il 40% del numero di donne decedute per tumore della mammella, tra le donne 50-69 anni che hanno partecipato dal 1990 al programma di screening: circa 200 vite salvate”.
“La scelta fatta dal servizio sanitario della Regione Toscana di investire nel programma di screening mammografico e di affidare a Ispo il coordinamento e la sorveglianza del programma regionale è giusta e sta ottenendo importanti risultati – commenta l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni – Il programma è esteso oggi a tutte le aziende toscane, e ogni anno vengono pubblicati dal Centro di riferimento regionale dati di attività che fanno prevedere che risultati simili a quelli ottenuti a Firenze saranno osservati prossimamente anche nelle altre realtà della regione. La Regione Toscana vuole proseguire in questa linea operativa – sottolinea l’assessore – e per questo ha mantenuto l’esenzione dal ticket per tutti gli screening oncologici. Questi dati testimoniano l’importanza dell’azione di sanità pubblica, che garantisce gratuitamente queste prestazioni di prevenzione secondaria alle donne interessate”.
“Confermo l’impegno a migliorare ulteriormente la nostra offerta di screening mammografico”, assicura il direttore generale dell’Ispo Gianni Amunni, sottolineando l’importanza di questo risultato e della valutazione epidemiologica delle attività di prevenzione che vengono realizzate: “Uno stimolo a nuovi sviluppi, in particolare a migliorare la qualità del lavoro, oggi possibile anche per le potenzialità dell’uso della mammografia digitale, e all’allargamento dell’offerta dello screning alle donne in età 45-49, con modalità innovative”.