GROSSETO – “La UilFpl Toscana Sud Est interviene nel dibattito riguardante il personale sanitario impegnato nell’emergenza Covid19 ed in merito alle modalità organizzative per fronteggiarla”.
Inizia così la nota della UilFpl a firma del segretario Sergio Sacchetti.
“Come UilFpl – prosegue – vogliamo andare ‘oltre’ le importantissime ed ineludibili necessità di incremento del personale in campo sanitario, che, comunque, da quel che vediamo, viene gradualmente assunto. Riteniamo infatti fondamentale porre la nostra attenzione su quello che noi crediamo ‘strategico’ per combattere e permettere ai presidi ospedalieri di operare con modalità più incisive nella lotta al Covid: l’organizzazione delle cure territoriali e di prossimità.
Se il ‘territorio’ non funziona a pieno regime o non è ben organizzato si appesantisce l’attività nosocomiale; si tenga conto che in fase di grande difficoltà come quella attuale, l’accesso ai Dea di utenti con problematiche sociali tali da non consentire l’isolamento domiciliare, è considerevolmente aumentata. La soluzione afferente e pertinente sarebbe quella dell’albergo sanitario, per il quale, non risulta, attualmente, la presenza di una praticabilità.
Non solo, dal mese di ottobre si sono registrati, leggendo i media, casi al Misericordia di una maggiore severità clinica, con il numero dei pazienti che aumenta nelle degenze Covid, mentre nella terapia intensiva sta aumentando la pressione nella gestione dei casi.
La degenza media dei pazienti è ovviamente molto elevata per le difficoltà persistenti nella dimissione dei pazienti, dato che tutti i degenti che superano la fase acuta non trovano la capacità ricettiva del territorio che non dispone di cure intermedie destinate ad accogliere la specifica tipologia di convalescenti.
Alla carenza di alberghi sanitari, quindi, si associa anche la mancanza di strutture per le cosiddette cure intermedie.
Alberghi sanitari, cure intermedie mancanti e/o insufficienti, insomma una situazione ‘organizzazione territoriale’ che a noi appare carente. E sia ben chiaro, che per la UilFpl l’approntamento di queste strutture mancanti nel nostro territorio non deve ‘passare’ dall’alienazione delle Rsa esistenti a carattere pubblico come il Pizzetti e le altre presenti nella Provincia di Grosseto. E questo, al di là degli annunci sui potenziamenti degli Usca, sull’infermiere di famiglia od altro; quello che manca, a nostro avviso, è una politica ‘d’insieme’ che stenta a decollare.
Per non parlare della mancanza di funzionalità delle Case della salute (a cui sono legati i medici di medicina generale, il personale sanitario di comparto e la diagnostica) una cosa che a noi, sinceramente, appare semplicemente come un cold case (caso irrisolto).
Per la UilFpl è fondamentale un’organizzazione dei servizi territoriali capillare ed efficace – conclude -, con tentativo di cura dei contagi ‘a casa’, attraverso una rete dei medici di base e senza le corse agli ospedali trasformati, come nel caso dell’Italia, in giganteschi ‘centri’ di cura, con tutti rischi che a ciò conseguono, sia in termini di incisività del trattamento che di rischi di ulteriori contagi”.