AMIATA – “La scorsa settimana ho richiesto al presidente dell’Unione dei comuni di effettuare, in qualità di consigliere della stessa Unione, un sopralluogo al Parco Faunistico del Monte Amiata, per vedere lo stato di avanzamento dei lavori di recupero e ripristino della riserva ambientale, che negli ultimi anni aveva subito, a mio avviso, un declino inesorabile”, scrive, in una nota, la coordinatrice del circolo Amiata di Fratelli d’Italia Guendalina Amati.
“La richiesta – spiega Amati – era nata dall’esigenza di conoscere e capire come fossero stati utilizzati i circa 100mila euro stanziati dalla Regione Toscana nell’anno 2017, soldi, quest’ultimi, che dovevano essere impiegati per la costruzione di una recinzione per il contenimento del piano lupo. Quest’ultimo, un progetto siglato tra la Provincia e la Regione, con il quale il Parco avrebbe dovuto accogliere gli esemplari di ibridi catturati. Infatti, negli scorsi decenni, all’interno del Parco del Monte Amiata avevano trovato casa diversi esemplari di lupo appenninico, daini, mufloni e caprioli, e innumerevoli erano stati i progetti dell’ex direttore Niso Cini, che poi avevano portato nel sito migliaia di visitatori e decine di studiosi sia italiani che europei di prestigiose università.
Purtroppo, nel tempo e con il cambio susseguente cambio del direttore abbiamo assistito a un deprimente e sconfortante abbandono del Parco. Dapprima, con la chiusura del sito internet e la conseguente perdita di tutto il materiale scientifico li raccolto, poi con i lavori di manutenzione, sempre più sporadici e spesso inefficienti, che hanno comportato la fuoriuscita di tutti gli animali protetti, con i conseguenti problemi per gli agricoltori e allevatori che orbitano nei pressi dell’area faunistica.
Adesso, con l’arrivo di un nuovo direttore, la veterinaria Donata Marruchi, stiamo assistendo ad un rinnovato interesse per il Parco del Monte Labbro. Infatti, è ben evidente la buona volontà della nuova direttrice, nel far rivivere il Parco, ma per far sì che questo avvenga c’è un urgente bisogno del supporto di tutte le amministrazioni locali e dall’Unione dei Comuni, con denaro e mezzi, per così essere in grado di poter lavorare in modo ottimale.
In un progetto o ci si crede e ci si investe o lo si abbandona. Ma se lo si abbandona, si ha l’obbligo morale di dichiararlo pubblicamente. Infatti, non è ammissibile ricevere finanziamenti regionali e permettere che poi vengano buttati alle ortiche, come ad esempio quelli che dovevano servire per le recinzioni di contenimento dei lupi del 2017/18. Opere, tra l’altro che sembrerebbero fatte, utilizzando reti non idonee che al massimo avrebbero potuto contenere animali da cortile e non certo animali selvatici come lupi e ibridi.
Credere nel Parco Faunistico significa progettare ed investire oggi, per crescere nel futuro. Il Parco non va visto come una proprietà di un unico comune, in questo caso quello di Arcidosso, ma come un’entità che se adeguatamente incentivata, progettata e utilizzata può essere un volano per l’intera economia amiatina, a partire da quella turistica, ambientale e culturale. Quindi, ben vengano progetti che abbracciano Monte Labbro, Parco Faunistico, le Riserve di Pescinello e Rocconi, con sentieristica da percorrere a piedi, a cavallo o con gli asini ed incentivando il ciclo turismo con mountain bike e bici a pedalata assistita, fattorie didattiche e l’apertura di una struttura ricettiva all’interno del parco.
Spero – conclude Guendalina Amati – che il percorso intrapreso dalla neodirettrice Marruchi, dall’Unione dei Comuni e dall’assessore Ranucci possa continuare in modo proficuo anche quando cambierà il presidente dei comuni amiatini, perché al sindaco Massimo Galli, attuale presidente dell’Unione dell’Amiata grossetana, va riconosciuto il merito di credere e di adoperarsi per il Parco, cosa che però non tutti gli amministratori amiatini fino a questo momento hanno però dimostrato di credere. La sottoscritta continuerà a vigilare e verificare l’andamento dei lavori, dando sin da subito, la disponibilità ad operare in modo proficuo e fattivo per la creazione di progetti di crescita e promozione del nostro Parco”.