GROSSETO – “Il futuro è un diritto” questo lo slogan che è riecheggiato ieri a Firenze, quando la Confesercenti ha manifestato contro il Dpcm che impone, per bar, ristoranti e pub, la chiusura alle 18. Anche da Grosseto in molti sono partiti per ritrovarsi in piazza della Repubblica.
«La chiusura alle 18 è un lockdown mascherato, un coprifuoco indotto, che certo avrà pesanti conseguenze anche sulla restante rete del commercio, e, più generale, sulla vivibilità delle nostre città».
Per questo Confesercenti chiede alla Regione Toscana di attivarsi nei confronti del Governo Conte perché si prevedano, laddove il rispetto delle regole è possibile e non ci siano rischi di contagio, modifiche al Dpcm.
La richiesta non è la riapertura ad ogni costo, ma, se questo non fosse possibile, il sostegno alle imprese che resteranno chiuse deve essere immediato, con erogazioni a fondo perduto in relazione alla perdita di fatturato dell’azienda.
Tra le richieste l’erogazione rapida di un ulteriore credito di 50 mila euro per chi ha beneficiato dei primi 25 mila euro. Il tutto da restituirsi in 15 anni. Decontribuzione e cassa integrazione per tutti i dipendenti. Stop agli sfratti per tutto il prossimo anno e credito d’imposta per gli affitti, oltre ad una moratoria per tutto il 2021 per i mutui.
Favorire la riconversione delle imprese anche attraverso i fondi europei. Esenzione dal canone del suolo pubblico per tutto il prossimo anno, ma anche esenzione dalla Tari e dall’Irap. «Se per i dipendenti c’è la cassa integrazione – afferma Confesercenti – provvedimenti analoghi devono essere previsti anche per i titolari delle aziende. Il Governo dovrà garantire un ristoro per quegli esercizi pubblici che si troveranno a chiudere: si valuterà quanto dichiarato nell’anno precedente, e si contribuirà ad integrare quanto guadagnato quest’anno».
Questi tipi di ristoro dovranno essere previsti anche per quelle attività che operano nella filiera e che si troveranno in difficoltà a causa della chiusura dei ristoranti e dei bar.