MONTEROTONDO MARITTIMO – “In quel di Monterotondo Marittimo, zone limitrofe e non solo, si è acceso un nuovo enigma: chi consegna le bollette dell’acqua?”.
A parlare Aldo di Benedetto, segretario Circolo Prc/Se Santa Fiora assieme alla Segreteria provinciale di Grosseto.
“A quanto risulterebbe da una verifica, abbiamo dedotto la seguente combinazione – prosegue il Prc -: le classiche fatture, le bollette, recentemente sono state esternalizzate ad un operatore terzo; le raccomandate, invece, i solleciti per i pagamenti non riscossi, sono ad appannaggio di Poste Spa; in pratica quest’ultime le porta ancora il Postino che un tempo potevamo vedere tutti i giorni della settimana, ossia prima dell’orribile implementazione della consegna della corrispondenza a giorni alterni, meglio dire a giorni rarefatti.
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Senza volere prendere le difese dei nostri sindaci a priori, credo sia più che lecito domandarsi: come possono i sindaci districarsi nel variegato “presunto moderno” pianeta della comunicazione cartacea e conciliarlo con la logica di servizio universale garantito costituzionalmente? Quando soprattutto tale servizio postale è definitivamente divenuto una vera e propria merce fine a se stessa: condivisa, contesa, esternalizzata, precariezzata, rimpallata, ceduta, venduta, eccetera? Va da sé che alla confusione e al disservizio non c’è fine.
Ora in pratica sono due operatori a contendersi il primato del disservizio, e a rimpallarsi eventuali responsabilità. La lettura della realtà materiale richiede invece elementi pratici di interpretazione, i seguenti: Poste Spa con l’introduzione dei giorni alterni o rarefatti, e con il consequenziale taglio degli operatori postali, non regge la mole di lavoro da svolgere, nonostante abbia assegnato il doppio del lavoro ai portalettere superstiti, che in pratica oggi coprono due intere zone postali; quindi esternalizza ad operatori terzi, i quali non sempre possono essere all’altezza della struttura classica e capillare che storicamente le Poste italiane potevano vantare.
Come sempre e non per retorica – conclude di Benedetto – un carissimo saluto a Giacomo Termine“.
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