GROSSETO – “La materia delle riforme costituzionali è delicata, perché ogni volta che si tocca la Costituzione dello Stato democratico bisognerebbe muoversi sempre con estrema cautela, poiché la Costituzione regola libertà, diritti e doveri delle persone. Fra i doveri delle forze politiche c’è senz’altro quello di contribuire a formare l’opinione informata dei cittadini, perché possano scegliere consapevolmente.
La Federazione provinciale di Grosseto del Psi pertanto illustra i motivi ragionati del no al referendum sul taglio di un terzo dei parlamentari e lo fa cercando la massima chiarezza, iniziando con domande e risposte” scrivono in una nota dal Psi grossetano.
“La riforma darà vero risparmio di risorse? – proseguono -. Misero, circa 57 milioni di euro l’anno (stima Cottarelli), ovvero circa un euro appena per ogni cittadino. Ci sono parlamenti che costano meno? Vero, ma se si vogliono eliminare privilegi e disuguaglianze iniziamo a ridurre, ai parlamentari, stipendi e vantaggi inutili (portaborse non necessari, rimborsi forfetari, eccetera).
Verrà operato un taglio dei parlamentari assenteisti? No, il taglio infatti è alla cieca, senza criterio alcuno e potrebbe portare invece al taglio di persone che si impegnano davvero. L’assenteismo ingiustificato si combatte con specifiche sanzioni (ad esempio con decurtazioni sulle indennità parlamentari).
Miglioramento della democrazia? No, semmai peggioramento. Da una parte infatti priverà i territori più periferici, come quello maremmano, di rappresentanti che possano portare problemi e proposte a livello nazionale (Qualcuno si ricorda del taglio alle Province e cosa questo ha portato? Ovvero il peggioramento della possibilità di risolvere i problemi della Maremma).
Dall’altra la modifica proposta non aggredisce i problemi di funzionamento del Parlamento, che invece potrebbero essere efficacemente affrontati con la riforma del bicameralismo paritario, e la riforma dei regolamenti parlamentari (stranamente nessuno ne parla).
La verità è che la modifica proposta porterà un passo in più verso l’oligarchia della casta (casta per definizione è un insieme ristretto di individui che prendono le decisioni che contano), dai dirigenti di partito alle lobby finanziarie che prosperano se chi rappresenta il popolo è indebolito.
Inoltre sarà più facile assistere a ribaltoni, per evidenti ragioni matematiche: meno parlamentari uguale meno indecisi da convincere a cambiare casacca. Similmente sarà più agevole la corruzione parlamentare (meno soggetti da blandire).
Ma soprattutto la riforma elimina alcuni controllori incaricati dai cittadini, perché tali sono i parlamentari in quanto scelti dai cittadini, non solo per portare proposte, ma anche per controllare il funzionamento degli altri poteri dello Stato, e quindi evitare possibili abusi ai danni del popolo. Come si creano gli abusi di potere? Abolendo i controllori.
Inoltre i parlamentari sono gli unici controllori che sono a loro volta controllati da chi gli sceglie, tramite l’esercizio dei diritti elettorali, anche quelli costituzionalmente garantiti.
Infine l’argomento meno utile, il Parlamento italiano non è il più numeroso d’Europa, basta fare una banale ricerca per scoprirlo: i, più numeroso in senso assoluto è quello inglese mentre, in ragione di parlamentari pro capite, quello italiano è uno dei meno numerosi.
Meglio, come detto, riformare il meccanismo di funzionamento del Parlamento piuttosto che diminuire la democrazia.
Quindi no ad una riforma pasticciata – concludono dal Psi -, inutile e dannosa. Sì ad un dibattito ormai maturo sul funzionamento dell’organo legislativo”.