GROSSETO – Nei giorni scorsi la candidata del Partito democratico in vista delle prossime elezioni regionali toscane Donatella Spadi ha effettuato un incontro a Grosseto con i rappresentanti dell’Ordine delle professioni infermieristiche della Toscana.
All’interno di Opi (questo l’acronimo dell’Ordine) ci sono oltre 30mila infermieri toscani, una delle colonne del sistema sanitario regionale.
Durante l’incontro è stato discusso e condiviso il Patto tra la politica sanitaria e l’infermieristica toscana 2020-2025.
“Tra gli argomenti trattati e discussi ci sono molti aspetti assolutamente interessanti da sottolineare ed evidenziare – dichiara Donatella Spadi –. Tra questi, il tema legato alla formazione universitaria e post-base, l’Opi lamenta infatti un numero troppo basso di docenti-infermieri negli atenei. Inoltre pongo la mia attenzione sullo sviluppo di modelli di presa in carico quali l’infermiere di famiglia e comunità. Durante l’incontro si è preso visione del documento, all’interno del quale ci sono proposte da approfondire e da portare avanti. Di infermiere di comunità io parlo spesso, è una figura fondamentale nel territorio che va ad aumentare l’assistenza e la presa in carico del malato cronico e oncologico”.
“L’Opi – prosegue la candidata del Partito democratico alle elezioni regionali – è una bellissima realtà che formula e propone idee significative e che possono portare importanti contributi in ambito sanitario. Incontrare i rappresentanti dell’Ordine delle professioni infermieristiche mi ha fatto decisamente piacere anche perché, visto il lavoro che faccio, mi sono sentita in un ambiente familiare. Quando parliamo di queste professioni ci riferiamo ad una componente che è risultata fondamentale anche nel periodo dell’emergenza Coronavirus; pensiamo ad esempio al lavoro che hanno fatto nel territorio e all’impegno sostenuto nei drive through per i tamponi veloci. Le professioni infermieristiche hanno fornito un contributo essenziale nel frangente dell’emergenza”.
“Vorrei sottolineare l’importanza avuta dagli infermieri che lavorano all’interno dell’ospedale – conclude – sia nel periodo dell’emergenza Coronavirus che nella fase di de-escalation”.