GROSSETO – La penultima giornata di Festambiente, quella di sabato 22 agosto, ha aperto le danze alla ristosteria ‘Luci nel Parco’, alle ore 17.30, con l’appuntamento “Alieni tra noi: come i cambiamenti climatici stanno mettendo a rischio la biodiversità. L’esperienza dell’isola del Giglio”. Un incontro, al quale hanno partecipato Angelo Gentili, segreteria nazionale Legambiente, e Giampiero Sammuri, Presidente Federparchi, ha visto come protagonista il tema della situazione attuale dell’arcipelago nostrano, in rapporto alle infiltrazioni delle specie aliene e degli effetti negativi che comportano. Quest’ultime, insieme all’alterazione degli habitat – dovuti anche dai cambiamenti climatici -, sono le due grandi cause che minacciano la biodiversità nel mondo. Un pericolo, che troppo spesso ha comportato l’estinzione di varie realtà, che grida un immediato intervento salvifico da parte dell’uomo, atto proprio alla salvaguardia degli ecosistemi minacciati.
“Le specie aliene – ha dichiarato Angelo Gentili- sono specie invasive, sia botaniche che faunistiche, che comportano degli effetti negativi anche nei confronti dell’uomo. Sono esemplari che creano degli impatti negativi in habitat nei quali non dovrebbero trovarsi, come per esempio il fico d’India o il muflone. È necessario dunque intervenire e il Parco dell’Arcipelago ha trovato delle soluzioni nelle varie isole della zona. Le complicanze maggiori sono legate agli ungulati che spesso prolificano in maniera significativa, peggiorando dunque la situazione. Per questa ragione, soprattutto quando parliamo di isole, l’intervento dell’uomo è fortemente importante.”
“Le specie aliene – ha proseguito Giampiero Sammuri – sono specie che sono state immesse volontariamente o meno dall’uomo al di fuori del proprio habitat naturale. Le specie aliene si dividono in invasive e non invasive: le seconde non provocano nessun effetto negativo in determinati casi; mentre, per le prime il discorso è ben diverso. Il Parco dell’Arcipelago lavora da molti anni per contenere la presenza delle specie aliene. Uno dei risultati che abbiamo ottenuto è quello relativo al ratto che era approdato sull’isola di Montecristo. Questo ha comportato degli effetti benefici sia nei confronti di alcuni tipi di uccelli che per le farfalle. Un altro caso è quello relativo al muflone, e questo va a smentire l’idea che solo i predatori possono essere dei fenomeni nocivi.
Il muflone, che è un erbivoro, si nutre di alcune piante che, se vengono a mancare, creano dei danni all’intero ecosistema – a maggior ragione se siamo in contesto come quello delle isole. A tutto questo, se si vanno a sommare gli effetti dei cambiamenti climatici, la realtà si fa ancora più complessa. Quest’ultimi indeboliscono gli ecosistemi e permettono dunque alle specie aliene di insediarsi con più facilità. Faccio un esempio: più si alzano le temperature e più animali come lo stambecco cercano refrigerio in zone più alte; questo crea delle competizioni con altre specie che avevano trovato un equilibrio a quote diverse. Se penso alle grandi battaglie che dovremmo affrontare nel futuro, per esempio nel contesto dell’isola del Giglio, sono quelle del muflone e del Fico degli Ottentotti.”