GROSSETO – Al termine di un’attività aviolancistica addestrativa, gli uomini e le donne del reggimento “Savoia Cavalleria”, guidati dal comandante Domenico Leotta hanno ricordato il 328esimo anno dalla nascita della propria unità con la tradizionale “carica”.
Dopo l’aviolancio nei pressi di Pitigliano, la giornata, molto particolare e densa di emozioni, è stata caratterizzata dagli squilli di tromba e dagli ordini per la “carica” pronunciati dal “capo calotta”, in ricordo delle gesta dei cavalieri che hanno svolto il proprio servizio per la Patria sotto le insegne degli squadroni. Insegne che insieme alla “colonnella” del comandante avevano poco prima accompagnato la discesa dal cielo dei Cavalieri dal basco amaranto, naturali eredi di tantissime pagine di storia che ripercorrono i 328 anni di uno dei reggimenti di più longevi dell’Esercito Italiano.
Era il 23 luglio del 1692 quando con ducale viglietto (o patente) fu istituito “Savoia Cavalleria”. In quel periodo, infatti, Vittorio Amedeo intese continuare l’opera di ordinamento iniziata dal suo predecessore Carlo Emanuele II, che consisteva essenzialmente nel raccogliere in reggimenti organici permanenti, le truppe che prima si riunivano soltanto eccezionalmente secondo il bisogno e che erano ordinate in compagnie (arcieri, archibugieri, moschettieri per la fanteria; dragoni, cavalleggeri, gendarmi per la Cavalleria).
Vittorio Amedeo, avendo deciso di sciogliere (reformer) gli squadroni di gendarmi (gens d’armes) che ancora esistevano, affidò i primi di essi al conte Piossasco di None perché ne formasse un reggimento che intitolò dapprima al nome dello stesso comandante e, poco più tardi, prese la denominazione di “Savoia Cavalleria”.