Mauro Lorenzini (Federazione della Sinistra): nel caso di alleanza con i democratici sì al “loro” candidato sindaco; via libera sulla Mondei; primarie di coalizione senza senso
di Annalisa Mastellone
Gavorrano – «Siamo disponibili a dialogare con tutte le forze politiche per eventuali alleanze». Mauro Lorenzini (foto in basso), ex capogruppo della lista di minoranza “Alternativa democratica” e coordinatore della Federazione della sinistra, si dice pronto a collaborare con chi vuole «traghettare Gavorrano verso una nuova epoca politica».
«Siamo aperti a chiunque, senza alcun pregiudizio – precisa Lorenzini – , anche se ci farebbe piacere ricevere un invito dal centrosinistra, in cui politicamente ci identifichiamo. Siamo pronti a trovare un accordo con chiunque, su un possibile programma comune di governo, in cui però rientrino alcuni temi che riteniamo prioritari per il bene della comunità gavorranese. Urgenze sociali su cui ci siamo sempre battuti quando eravamo all’opposizione e che dovranno essere condivisi dall’ipotetico nostro alleato».
Non si sbottona più di tanto Lorenzini, che già da tempo, secondo indiscrezioni, sarebbe “in odore” di alleanza col Pd. «Non c’è stato ancora alcun incontro col Pd – dice in proposito – che ha al suo interno persone valide che potrebbero diventare primo cittadino. Se ci dovessimo alleare, riteniamo giusto che siano i democratici ad indicare il candidato a sindaco, visto che rappresentano quasi il 60 percento dell’elettorato. Non ha senso fare le primarie di coalizione».
E sul nome di Francesca Mondei, candidatura non ancora ufficializzata dai piddini, dice: «è una ragazza in gamba, valida e capace per un ruolo simile. Ci sono altri nel Pd che hanno le stesse potenzialità e le caratteristiche vincenti. Tra questi devono scegliere, nei modi e nei tempi che preferiscono, una persona in grado di portare rinnovamento e cambiamento. Anche per dare un segnale forte alla popolazione, che vuole che questo paese faccia finalmente il salto di qualità che merita. E’ il momento che la vecchia classe dirigente lasci spazio a quella emergente, dandole consigli nel percorso. Questo non vuol dire solo “largo ai giovani”, ma a chi può portare idee nuove e creare l’occasione di quel cambiamento che per tanti anni è stato auspicato».