GROSSETO – I danni provocati alle coltivazioni maremmane dalla persistente siccità, con il concreto rischio di aggravamento, potrebbero compromettere seriamente gran parte del sistema produttivo locale. Ecco perché la Provincia – ente al quale è demandata la gestione delle risorse idriche – l’Acquedotto del Fiora – che gestisce il servizio idrico integrato e che restituisce al territorio, in questo momento, importanti risorse idriche – ed il Consorzio Bonifica Grossetana – che gestisce la più grande rete di irrigazione della provincia prelevando acqua dal fiume Ombrone per destinarla all’agricoltura – hanno deciso di unire le proprie forze per contenere le criticità di questo periodo (nella foto da sinistra: Claudio Ceroni, Fernando Pianigiani, Fabio Bellacchi).
“Siamo consapevoli dei bisogni dell’agricoltura e, al contempo, preoccupati per i danni che potrebbe subire tutto il comparto – commenta Fernando Pianigiani, assessore provinciale alle Infrastrutture -. Ecco perché ci siamo mossi come sistema per affrontare l’emergenza. Solo grazie alla capacità di coordinamento della Provincia, infatti, è possibile mettere insieme più soggetti sovracomunali per risolvere un problema collettivo”.
La soluzione individuata dal Consorzio Bonifica è quella di integrare le acque del canale irriguo del Consorzio di Bonifica, provenienti dall’opera di presa della Steccaia sul fiume Ombrone, con quelle presenti nel fosso Razzo, a valle dello scarico del depuratore “San Giovanni” della città di Grosseto. Nonostante sia stata adottata in un momento di estrema emergenza, la soluzione potrebbe, tuttavia, diventare definitiva. Questa scelta, infatti, permetterebbe di liberare risorse idriche al fiume Ombrone – in un tratto molto sensibile da un punto di vista ambientale – e di valorizzare così ulteriormente le produzioni agricole del territorio.
“La richiesta che il Consorzio di Bonifica Grossetana ha fatto alla Provincia – spiega Claudio Ceroni, presidente dell’Acquedotto del Fiora – per l’utilizzo delle acque immesse nell’ambiente, provenienti dall’impianto di depurazione di San Giovanni, evidenzia l’eccellente funzionamento dell’impianto di depurazione e l’impegno di Acquedotto del Fiora nello sviluppare le migliori tecnologie nella gestione del servizio idrico integrato. Acquedotto del Fiora depura oltre 25 milioni di metri cubi di acqua che rappresentano l’84% di quella immessa in rete: un valore elevato, che si riverbera in termini di risultati nel riconoscimento che le associazioni ambientaliste fanno ai nostri Comuni costieri con l’assegnazione delle Vele e delle Bandiere Blu. Oggi il riuso delle acque è un obiettivo che dobbiamo ulteriormente implementare perché il riutilizzo delle acque reflue depurate può essere considerato un fattore innovativo e alternativo nell’ambito di un uso più razionale della risorsa idrica, sia con vantaggi in termini ambientali, sia per quelli economici che derivano nel fornire alla comunità un approvvigionamento idrico, almeno per gli usi per i quali non si richieda acqua di elevata qualità e quindi a costi più bassi”.
“Dato il momento particolarmente difficile per quanto riguarda la siccità, siamo soddisfatti di aver trovato questa soluzione – commenta Fabio Bellacchi, presidente del Consorzio di Bonifica Grossetana -: poter immettere nel sistema irriguo consortile l’acqua depurata del Fosso dei Molini, prelevata a 3 chilometri di distanza dal depuratore e nuovamente controllata per avere la certezza che sia qualitativamente idonea. L’acqua, che altrimenti sarebbe defluita nel fiume Ombrone, potrà invece essere utilizzata per le colture, e questo non solo nel periodo di assenza di piogge ma durante tutto l’anno”.