GROSSETO – “Pur nella complessità del momento, la Chiesa di Grosseto non si tira da parte rispetto al desiderio e al compito di essere tra la gente e vicina ad essa” afferma la Diocesi di Grosseto. “A partire dai più piccoli. E’ per questo che neppure quest’anno si rinuncia a proporre i GrEst, ovvero spazi di incontro, aggregazione e crescita per i bambini e i preadolescenti”.
Sono quattro, quest’anno, le Parrocchie che sono riuscite a strutturarsi per offrire questo servizio: Addolorata, Cottolengo, Santa Lucia e Roselle.
“Non ci sono le condizioni per poter proporre ai bambini delle nostre comunità i GrEst come eravamo soliti fare – dicono gli animatori delle quattro parrocchie coi loro sacerdoti – tuttavia ci muove il desiderio di offrire alle famiglie un’esperienza-segno, che tenga conto cioè del momento particolare che si sta vivendo e che offra uno sguardo di particolare attenzione nei riguardi di situazioni di fragilità e necessità”.
Nelle scorse settimane si sono susseguite una serie di riunioni on line tra sacerdoti e referenti di varie parrocchie per capire insieme, anche sulla base delle indicazioni giunta dalla Cei, come poter organizzare l’estate, che nella nostra Diocesi ha sempre rappresentato un momento di forte presenza tra i bambini, i ragazzi e i giovani, grazie a tutta una serie di proposte educative.
“Quest’anno – spiega il vicario generale don Paolo Gentili – purtroppo non sarà possibile per nessuna delle nostre realtà proporre i campi-scuola residenziali, che restano una delle formule ancora oggi più valide per aiutare ragazzi e giovani a vivere un’intensa esperienza di fede e di amicizia. Ci dispiace molto dover rinunciare a queste straordinarie opportunità, che hanno sempre rappresentato un’occasione di ricarica. Proporremo invece i GrEst e stiamo lavorando ad altre iniziative”.
“Per fare dei GrEst un’esperienza-segno – spiega don Stefano Papini, responsabile della pastorale giovanile, che con don Gentili ha coordinato queste complesse settimane di lavoro – le parrocchie aderenti hanno deciso insieme una data comune, un orario identico e un tema che faccia da sottofondo alle giornate, declinato, poi, in ciascuna realtà sulla base delle esigenze e delle caratteristiche proprie di ogni comunità”.
Il tema sarà, appunto, “Ma che storia è? Il GrEst per far nuove tutte le cose, con Francesco d’Assisi”. Si lega all’esperienza che i giovani hanno vissuto nelle ultime settimane attraverso l’omonimo contest diocesano organizzato con il movimento francescano della parrocchia di Santa Lucia e, riadattato, potrà attagliarsi ai bambini e ragazzini e “spalmati” su un tempo più lungo.
I GrEst partiranno il 6 luglio e andranno avanti fino al 17. L’orario sarà solo mattutino (8-13), proprio perché è praticamente impossibile ipotizzare anche il servizio di refezione, che, invece, solitamente veniva offerto.
Nel frattempo le quattro parrocchie hanno presentato la proposta al Suap del Comune, che ha la competenza nell’autorizzare anche questo tipo di attività.
Le iscrizioni vengono raccolte presso ciascuna delle quattro parrocchie. “Le indicazioni del Governo – precisa don Stefano – sono di sostenere le fragilità. Per questo, la linea che ci siamo dati a livello diocesano è di raccogliere le iscrizioni, che poi saranno vagliate prestando attenzione ai bambini/ragazzi che gravitano intorno alle nostre realtà, con particolare riguardo alle situazioni di bisogno. Noi ce la metteremo tutta per dare il meglio…il resto lo affidiamo alla Provvidenza”.
I bambini e ragazzi iscritti saranno divisi in piccoli gruppi, affidati ad animatori maggiorenni affiancati da animatori minorenni extranumero. Questo per non disperdere un patrimonio di entusiasmo, competenza, impegno: quello dei ragazzi delle scuole superiori, ancora minorenni, che negli anni hanno svolto il loro servizio di animazione, ma che quest’anno, in base alle norme anticovid, possono solo aggiungersi ad animatori maggiorenni.
C’è, infine, tutto l’aspetto legato alle norme di sicurezza e al distanziamento sociale: tutti dovranno indossare mascherine all’aperto e negli spazi chiusi quando non sarà possibile mantenere una distanza superiore al metro e 80 centimetri. Inoltre ogni mattina, all’arrivo, animatori e bambini dovranno misurarsi la febbre, mentre dovranno essere sostenuti anche colloqui con le famiglie.