MASSA MARITTIMA – “Caos su prenotazioni, prelievi, esami, visite. La Asl non sa più che pesci prendere se non quello di ricorrere al privato per sopperire alla mancanza di risposte alle migliaia di situazioni che si sono accumulate in questi mesi”.
A parlare i coordinatori del Tavolo della salute Marco Mazzinghi, Luciano Fedeli e Paolo Mazzocco.
“Avevamo più volte richiamato e denunciato pubblicamente quello che si sarebbe verificato – proseguono -, organizzando anche un incontro con l’amministrazione locale per spiegare i rischi e quello che prospettava, ma tutto sembrava non allarmare i vertici Asl e il sindaco.
Nessuna risposta e nessuna condivisione in ambito locale che coinvolgesse istituzioni e cittadini, nulla.
Invece di prepararci nella fase di lockdown ad affrontare l’onda di ritorno sanitaria per tutto quelle patologie non covid parcheggiate in attesa di risposta si è preferito andare verso un caos organizzativo con ricadute negative sulla popolazione e sul quale, a farne le spese, sono ancora i cittadini, specie quelli che si trovano in maggiore difficoltà, più fragili e isolati.
E questo ha ingenerato la crescita di un altro aspetto di cui nessuno parla: quanti cittadini in queste settimane sono ricorsi al privato, pagando di tasca propria, per fare prelievi, esami, visite? Sono in molti, migliaia probabilmente ma nessun dato o statistica si trova se non nelle dichiarazioni che vengono fatte sui social o sui mezzi di informazione che fanno emergere la punta di un iceberg le cui dimensioni sono sconcertanti.
E chi non può permettersi di pagare e non sa come orientarsi, o semplicemente non trova un contatto per poter prenotare questa o l’altra prestazione? Resta e resterà nelle liste di attesa chissà sino a quando.
La situazione è ben più grave di quella che già allarma tutti noi in quanto, di fatto, migliaia di pazienti vanno a pagamento e non appaiono.
Tutto questo oggi è accentuato ma di fatto sono anni che il ricorso al privato maschera una buona sanità regionale, crea una falsa immagine delle liste di attesa e di conseguenza delle risposte.
L’unico dato disponibile a livello nazionale è che la spesa sostenuta dai cittadini per prestazioni con caratteristiche private è in forte aumento. I dati parlano da soli: i cittadini (quelli che se lo possono permettere) sono arrivati a pagare di tasca propria 37 miliardi di euro (valore in crescita), pari a un terzo dell’intera spesa sanitaria nazionale.
Il servizio sanitario perde terreno grazie a politiche sempre più orientate alla ricerca di soluzioni alternative, meno costose per il sistema pubblico ma, senza dubbio, più elevate per le tasche dei cittadini che se le possono permettere.
Aumentano anche quei cittadini che rinunciano alle cure perché hanno accessi con tempi geologici alle prestazioni o, in sempre più casi, non si possono permettere di pagare prestazioni private.
Anche in Toscana sono anni che il privato sopperisce alla sanità pubblica la quale anziché cercare di recuperare terreno ha tagliato centinaia di posti letto e migliaia di operatori sanitari, in compenso ha vorticosamente aumentato i dirigenti.
È bene tenere presente – concludono i tre coordinatori – e trattare anche questi aspetti nell’analisi della situazione della sanità regionale per pensare ai processi di riorganizzazione e soprattutto di ricostruzione e potenziamento del sistema pubblico come punto di riferimento principale per la tutela del diritto alla salute”.