CAMPAGNATICO – “Il caso della Cava di Pietratonda, e la volontà da parte della Venator Italy di riempirla di un milione di metri cubi dei propri scarti di produzione industriale (i cosiddetti “gessi rossi”), rappresenta l’ennesima frontiera della battaglia per la salvaguardia del nostro territorio contro le devastazioni ambientali portate da processi di produzione e smaltimento non compatibili con l’ecosistema in nome del profitto”.
A scriverlo, in una nota, Potere al popolo Grosseto.
“Parliamo in questo caso di un sito estrattivo abbandonato da 35 anni – proseguono da Potere al popolo -, che attualmente è stato riconquistato con forza dalla natura: un ecosistema ricco di biodiversità intorno al lago naturale creatosi per l’appunto laddove l’attività estrattiva aveva dato vita ad una cava.
Questa mattina si è svolta la Conferenza dei Servizi tra le parti amministrative: Regione, Comune di Civitella Paganico e Campagnatico, ed i comitati territoriali “Comitato Val di Farma” e “Forum Ambientalista Grosseto”.
Proprio grazie all’intervento dei comitati che da un punto di vista tecnico e giuridico hanno dimostrato l’impossibilità di proseguire senza ulteriori accertamenti qualitativi sull’impatto ambientale-faunistico e prima ancora grazie alla tempestiva e puntuale pressione mediatica esercitata dai residenti locali, la conferenza di oggi da decisiva si è trasformata in istruttoria.
Una piccola ma importante vittoria.
Riteniamo fondamentale che si riesca finalmente ad affermare in modo chiaro e netto che l’ambiente e la salute del nostro ecosistema siano la vera priorità politica.
Fuori da ogni retorica di ricatto occupazionale, per lavorare seriamente per la costruzione di un modello sociale che sia concretamente “compatibile” con l’ambiente che circonda la specie umana.
Ad un Partito democratico che nomina i “carri armati” per l’inceneritore di Scarlino, e che avalla dalla posizione di governo regionale ogni decisione di inquinamento ambientale da parte di multinazionali che saccheggiano e devastano il territorio, ci si deve opporre senza se e senza ma.
Questa è solo la prima parte di una battaglia che si prospetta di lunga durata; con la convinzione che soltanto dal basso, dai territori, dalle popolazioni locali e dalle forme di organizzazione popolare si possa trovare la forza per un’opposizione reale.
Come Potere al Popolo Grosseto – concludono – sosteniamo che tutte le contraddizioni ambientali sorte negli ultimi anni nel nostro territorio, dalla geotermia amiatina, passando alle centrali di smaltimento a biomasse intorno alla città di Grosseto, dall’inceneritore di Scarlino ed arrivando ai “gessi rossi”, debbano essere affrontate sistematicamente sulla base della costruzione di un’alternativa strutturale”.