GROSSETO – Alessandro Antichi, consigliere regionale Pdl, torna alla sua idea di estendere il Parco della Maremma così da ricomprendervi la pineta del Tombolo. «Per ogni cosa c’è il suo momento – afferma Antichi -, forse il momento buono è arrivato. Sono trascorsi un paio di lustri da quando lanciai l’idea di estendere i confini del Parco regionale della Maremma sino all’area protetta della Diaccia Botrona per ricomprendervi quel che vi sta nel mezzo: la Pineta del Tombolo, il bosco che si estende per circa 15 chilometri parallelamente alla linea di costa, parzialmente interrotto dalla foci del Canale di San Rocco presso Marina di Grosseto e dalla Fiumara. All’epoca l’idea fece discutere, ma non se ne fece di nulla. Oggi se ne può parlare più proficuamente, spero.»
«Cominciamo dalla considerazione che la Pineta del Tombolo sta esattamente nel mezzo, senza soluzione di continuità, tra la foce dell’Ombrone e il padule della Diaccia Botrona, ovvero – continua il consigliere del Pdl – tra un parco naturale regionale e una riserva naturale di importanza internazionale: non serve un genio per comprendere che le stesse ragioni di tutela che giustificano le due aree protette non possono non sussistere anche per ciò che sta nel mezzo. Ed infatti la Pineta del Tombolo è già un’area naturale protetta, riconosciuta sia come sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale sia come sito di interesse regionale. Ed allora, perché non ricomprenderla, insieme alla Diaccia Botrona, nell’ambio e nella gestione del Parco regionale della Maremma?»
«Ho ben presenti i vantaggi che ne conseguirebbero sia sul fronte della tutela ambientale sia su quello della valorizzazione turistica del territorio – sottolinea Alessandro Antichi -, dimostrati dall’esperienza di buongoverno del Parco della Maremma. Esperienza alla quale mi onoro di aver contribuito tra il 1997 e il 2005 come sindaco di Grosseto (il comune “maggiore azionista”, per intendersi, della Comunità del Parco) e dal 2005 in poi come consigliere regionale (si tratta infatti di un parco regionale, soggetto a controllo della Regione).
Ho presenti anche talune obiezioni, che però non mi sembrano risolutive. È finito tanto il tempo dell’ambientalismo ideologico e fondamentalista quanto quello della banalizzazione dei vincoli ambientali come fattori di sclerotizzazione del territorio. Per ogni cosa c’è il suo momento. E forse il momento buono è arrivato – conclude Antichi -. Per quanto tragica sia stata l’occasione.»