GROSSETO – «In Poste Italiane, dal 18 maggio, tutto riprenderà come prima, almeno nelle idee affaristiche della dirigenza.
Ma se questo vuol dire ritornare al contesto passato, con i lavoratori che hanno dovuto penare per avere delle mascherine, mentre i dirigenti, dal 24 febbraio, erano già ben asserragliati nei loro rifugi, allora questa sarà solo una “farsa” ripartenza» afferma il sindacato Slg-Cub poste.
«Senza il rispetto delle norme di sicurezza, comprese le distanze previste nei locali interni di Poste Italiane, i lavoratori non potranno essere mandati allo sbaraglio e si dovranno astenere da quelle condizioni, secondo le già note indicazioni di autotutela sanitaria, del 13 marzo, divulgate da Cobas Poste, Cub Poste, Si Cobas Poste e Slg-Cub Poste. Tutte le eventuali violazioni, pressioni o minacce di ritorsioni, dovranno essere denunciate agli organi competenti, perché deve finire l’arroganza di chi crede che i lavoratori siano degli elettrodomestici, senza dignità umana».
«In questi mesi gravi, solo grazie ai lavoratori e alle lavoratrici di Poste Italiane è stato possibile garantire il servizio pubblico essenziale, e, proprio per questo, non si può accettare che la dirigenza riprenda e continui con i vecchi sistemi che, da anni, creano gravi disagi e problemi. Perciò, la “ripartenza” di lunedì è anche per andare verso lo sciopero nazionale del 4 giugno, indetto da Cobas Poste, Cub Poste, SI Cobas Poste e Slg-Cub Poste, che sarà lo sciopero di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici, perché ognuno ha il motivo per scioperare, non solo per il trattamento subito durante la pandemia, ma anche per anni di ingiustizie e di arroganza ricevute da parte di chi è stato abituato a sfruttare i lavoratori per ricavare soldi, carriere e privilegi, senza riconoscere loro la dovuta dignità e senza ricambiare con il dovuto rispetto, come è stato dimostrato anche per il coronavirus».