ROCCALBEGNA – “Nelle ultime settimane, un nuovo scandalo coinvolge i principali esponenti politici che lavorano ai progetti di sviluppo del territorio amiatino in seno all’Unione dei Comuni Montani. In questo comunicato, il collettivo Ricostruire in Comune esercita pertanto il suo ruolo critico proponendo una chiave di lettura degli eventi. L’oggetto della discordia riguarda lo stanziamento di un finanziamento di un milione e mezzo di euro ottenuto nel 2017 per la riqualificazione del territorio amiatino”.
Scrivono Luca Pallanti e Tommaso Cecchini di Ricostruire in Comune, gruppo consiliare di opposizione del Comune di Roccalbegna.
“All’origine, il progetto fu costruito e pensato da privati cittadini e imprenditori desiderosi di ottenere finanziamenti per lo sviluppo del territorio – spiegano -. Per ottenere tali fondi, il progetto ‘Destinazione Amiata’ doveva prevedere una riqualificazione dell’intero ambito amiatino, che comprende tutti i comuni in questa zona.
Furono previste tre tranches di finanziamento da 500mila euro dal 2017 al 2021. I primi 500mila euro riguardavano principalmente investimenti nella parte alta dell’Amiata. La seconda tranche doveva essere utilizzata in questo periodo. Qui si situa il problema. I Comuni di Castel del Piano, Abbadia San Salvatore e Seggiano, da sempre portatori principali del progetto, hanno proposto un piano di ‘sistemazione di parcheggi e percorsi di trekking nella vetta’. Allo stesso tempo, i Comuni di Castell’Azzara, Piancastagnaio, Roccalbegna e Santa Fiora hanno presentato l’ambizioso progetto ‘Amiata Digital & Bike Experience’, teso a decentralizzare in tutti i Comuni i percorsi di trekking e di biking a destinazione di turisti.
L’Unione dei Comuni, presieduta dall’attuale sindaco di Roccalbegna Massimo Galli, si pone come garante del progetto nei confronti della Regione Toscana. Di fatto, la concomitanza dei due progetti e la conseguente frattura all’interno dell’Unione mette in pericolo la possibilità stessa dell’ottenimento della seconda e della terza tranche del finanziamento. Da quanto appreso nelle ultime ore, il progetto è sul punto di fallire. I soldi tornerebbero quindi alla Regione.
Ricostruire in Comune non vuole entrare nel merito dei due progetti, che sembrano entrambi validi e coerenti, malgrado il carattere superficiale della loro pianificazione. Dobbiamo però segnalare ai cittadini l’incredibile mancanza di organizzazione e di capacità di management delle giunte dei suddetti comuni.
Inoltre, ci interroghiamo ormai sul ruolo e sulla legittimità stessa dell’Unione dei Comuni montani dell’Amiata, che sta diventando luogo di lotte intestine e di risse tragico-farsesche. Si tratta di una vergognosa dimostrazione della mancanza di visione d’insieme, di pianificazione strategica, di serietà istituzionale, di responsabilità civica e morale.
Ricostruire in Comune sostiene il bisogno di strategie manageriali di lungo raggio e denuncia l’egoismo degli uni e l’opportunismo degli altri.
Lasciamo libera immaginazione ai nostri imprenditori locali, che hanno dimostrato il loro valore negli anni. Istituiamo urgentemente un tavolo di pianificazione imprenditoriale e turistica che integri gli attori economici del territorio.
Abbandoniamo logiche di partito superate e campanilismi, francamente, ridicoli e indecenti – concludono i due consiglieri -. La politica sia un luogo di attuazione della volontà popolare e non un freno allo sviluppo”.