GROSSETO – Nel calendario speciale della “fase 2” i parrucchieri, così come gli estetisti e i centri estetici, sono all’ultimo posto. La loro riapertura, ad oggi, è prevista per l’1 giugno. Dall’11 marzo sarebbero quasi tre mesi di chiusura. Una situazione intollerabile che in qualche modo deve essere affrontata. Il rischio è quello che molte attività chiudano generando anche un’emorragia importante di posto di lavoro.
Per questo stamattina una delegazione di parrucchieri è scesa in piazza con cartelli e striscioni per far sentire la voce di un’intera categoria. Da Grosseto a Capalbio, in tanti hanno dato la loro adesione e anche chi non è stato presente nella manifestazione simbolica nel capoluogo maremmano, ha comunque dimostrato il proprio dissenso all’interno e all’esterno dei propri saloni (nella gallery la testimonianza dei parrucchieri della provincia di Grosseto).
La prima rivendicazione che fanno i parrucchieri, così come spiegato anche da Alessandro Pareti, responsabile del settore per la Confartigianato, è quella di un sostegno economico che possa compensare la chiusura di questo periodo. Ma tra le richieste, che stamattina sono state affidate al sindaco di Grosseto nell’incontro avuto di fronte al municipio della città, ci sono anche lo “sciopero” fiscale o meglio lo stop delle tasse perché non potendo ottenere ricavi diventa impossibile andare avanti. Altro problema riguarda poi i dipendenti: dalla chiusura dei negozi e dei saloni la cassa integrazione richiesta non è ancora arrivata.
Infine anche la denuncia di una situazione che crea danni al settore e pericolo sanitario: si tratta dell’attività degli “abusivi” che senza alcun titolo né licenza raggiungono i loro clienti nelle case e in modo totalmente irregolare tagliano i capelli a domicilio.
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