GROSSETO – «L’Anpi, anche in Provincia di Grosseto, celebrerà il 75esimo anniversario della Liberazione nelle forme fisiche e virtuali che oggi sono tra le poche consentite dalle attuali condizioni restrittive della libera circolazione, imposte conseguentemente al contenimento dell’epidemia da coronavirus» spiega l’associazione.
«Lo farà – continua – tramite le proprie pagine social (www.facebook.com/AnpiGrosseto)ed altre iniziative nate in Maremma grazie alla collaborazione con il Festival Resistente, attraverso video ed interviste dedicate all’evento, alle quali sarà possibile collegarsi anche in streaming» .
«L’appuntamento centrale – prosegue l’Anpi – sarà con il flash mob nazionale convocato per le ore 15 mediante l’hashtag #BellaCiaoInOgniCasa quando,alle finestre e dai balconi di casa, saremo tutti invitati ad esporre il tricolore e ad intonare “Bella ciao”» .
«L’Associazione nazionale partigiani d’Italia −spiega infine Flavio Agresti, presidente del Comitato provinciale Anpi − attraverso i propri presidenti partecipa in tutto il Paese alle celebrazioni per il 75esimo anniversario della Liberazione, naturalmente in forme compatibili con l’attuale situazione di emergenza. E’ indicativa in tal senso la nota chiarificatrice giunta ai prefetti ed alla stampa dalla Presidenza del Consiglio dei ministri che esprime inoltre “la consapevolezza del valore che questo anniversario ricopre per l’Italia e dell’importanza di difendere la memoria democratica del Paese”» .
Questa la nota della Presidenza del Consiglio dei ministri del 22 aprile scorso:
Con riferimento al comunicato dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia si precisa che la circolare inviata dalla Presidenza del Consiglio non esclude in alcun modo l’Anpi dalle celebrazioni del 25 aprile.
La circolare è indirizzata alle sole autorità pubbliche e, in ragione dei provvedimenti restrittivi legati al Covid-19, intende semplicemente limitare la partecipazione delle autorità ed escludere assembramenti.
Le associazioni partigiane e combattentistiche potranno quindi partecipare alle celebrazioni per il 75° anniversario della Liberazione, naturalmente in forme compatibili con l’attuale situazione di emergenza. Saranno date ulteriori indicazioni in tal senso ai Prefetti con la consapevolezza del valore che questo anniversario ricopre per l’Italia e dell’importanza di difendere la memoria democratica del Paese.
Ecco, di seguito, il discorso integrale del presidente del Comitato provinciale Anpi.
Il 25 Aprile del 1945 i partigiani e gli eserciti alleati liberavano l’Italia dal nazifascismo. Con la seconda guerra mondiale, voluta da Hitler e Mussolini, finiva una dittatura feroce e sanguinaria e si apriva in Europa una epoca nuova, non priva di limiti e contraddizioni ma soprattutto foriera di moderni diritti sociali e politici, che nel nostro Paese ebbe le sue più alte espressioni nell’avvento della Repubblica e nella Costituzione repubblicana,una delle più belle e progressiste del mondo, universalmente considerate diretto lascito della Resistenza.
Il processo storico iniziato con il Risorgimento trovava così il suo sbocco nella più ampia apertura al futuro: il popolo entrava da protagonista nello Stato, con i grandi partiti di massa, garantendo solide basi alle Istituzioni. Il conflitto sociale e politico non era più demonizzato; era invece visto come il motore dell’emancipazione,conferendo al liberalismo il respiro originale di una “democrazia progressiva” informata dalle libertà e dal pluralismo.
Questo è il grande merito degli antifascisti e delle antifasciste, dei partigiani e delle partigiane, che l’Anpi si onora di rappresentare, cominciando dai tanti combattenti e martiri caduti a Frassine, a Maiano Lavacchio, a Niccioleta e in tutti gli altri luoghi del grossetano che tramandano la memoria della nostra guerra di Liberazione.
Chi si è battuto, armi in pugno o in altro modo,contro il fascismo e il nazismo, specie chi per la libertà ha datola propria vita, come Norma Parenti e Luigi Canzanelli e molti altri, è Padre e Madre della Patria. Lo sono perché ancora oggi l’Italia e l’Europa si ispirano ai valori universali che essi hanno donato a noi contemporanei e alle generazioni a venire.
Però la democrazia non è mai scontata; essa è in pericolo quando l’esercizio dei diritti collettivi postula una società socialmente più giusta e maggiore equilibrio nella gestione del potere politico,entrando in contrasto con i privilegi dei più forti. E’ ciò che purtroppo avviene ai giorni nostri con le lotte per una più equa distribuzione della ricchezza, contro la infima minoranza di profittatori che impoveriscono l’Umanità, spingendo le differenze sociali al punto di rottura. E che nelle aree del cosiddetto “benessere”, impongono uno stile di vita alimentato da innumerevoli bisogni artificiali, indotti dalla pubblicità, sprecone e fortemente inquinante, che mentre fa di chi se può permettere un consumatore compulsivo, incrementa l’esclusione sociale.
Il riscaldamento climatico continua anche in presenza del Coronavirus: e l’intreccio di questi due fenomeni, che hanno nell’alterazione della biosfera la comune radice, forma una miscela resa ancor più esplosiva dal sentimento razzista e dalla insicurezza dei quali si fanno portatrici le menti più labili davanti alla migrazioni in atto, gonfiando le vele di un neofascismo che si nutre di paura e di odio per il diverso.
Ne riparleremo quando la pandemia passerà.Ma come sarà il mondo di domani lo stiamo decidendo oggi, con le stesse misure prese per contrastare il contagio. Speriamo che l’isolamento in casa ci faccia riscoprire i valori autentici della convivenza umana, stimolando la nascita di una migliore civiltà. Ma se all’epidemia dovesse seguire un recessione incontrollata che privasse la nostra gente dei beni indispensabili per una vita dignitosa, le pulsioni neofasciste, oggi sopite dall’emergenza,tornerebbero tutte in circolo, aprendo la via ad un nuovo autoritarismo e a seri pericoli per la pace.
Ciò che è accaduto recentemente alla Grecia è un severo ammonimento per ognuno di noi. La Comunità Europea aiuti concretamente i Paesi che sono stati più colpiti dal virus, come l’Italia, senza imporre loro un’austerità insostenibile per il regime democratico, e soprattutto si dia nel più breve tempo una nuova idea di progresso che coniughi l’economia con l’ambiente e con la giustizia sociale, perché occorrono pensieri lunghi per rimuovere le cause del Coronavirus. Altrimenti si assumerebbe responsabilità tremende,comprese la sua stessa implosione e una disastrosa decadenza epocale del Continente.
Sarà possibile farlo solo sposando i valori dell’uguaglianza e della solidarietà, chiaramente sanciti dalla nostra bella Costituzione, che non va cambiata ma finalmente attuata in ogni sua parte. Essa è attuale, contenendo risposte ai problemi di oggi, come attuali sono l’Antifascismo e la Resistenza che l’hanno prodotta. Per cui festeggiare la Liberazione non è pura ritualità: è invece la solenne conferma di un nobile impegno, al quale si dimostrano particolarmente sensibili i giovani, che passeranno nel futuro la loro vita. Nelle battaglie che stanno ingaggiando con i Fridays For Future per il salvamento ecologico del Pianeta, e con le Sardine per la rigenerazione etica della politica,rivivono gli ideali che 75 anni fa mossero altri giovani eroici chiamati Partigiani. Guardiamo ad essi con fiducia e speranza.
Viva il 25 Aprile!