GROSSETO – Scrivo questa lettera rivolgendomi nuovamente alle istituzioni, non avendo ricevuto alcun riscontro al mio appello di aiuto ed intervento di settimana scorsa.
Scrive così Matteo Felicioni, la terza persona positiva al Coronavirus in provincia di Grosseto, che dieci giorni fa ci aveva inviato una prima lettera per raccontarci una storia, la mia storia, affinché possa essere utile a migliorare le molte cose che talvolta non vanno nell’Istituzione Pubblica locale e perché nessuno più possa vivere i disagi che io e la mia famiglia abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo.
Di seguito il testo integrale della sua seconda lettera.
Non mi sorprendo che le istituzioni fossero inizialmente impreparate a questa emergenza, era una situazione nuova per tutti. Ma sono quasi trascorsi due mesi ed è maturato il tempo di ricevere risposte concrete.
A fronte del silenzio di questi giorni, non potevo rimanere impassibile. Ho deciso quindi di chiamare un’esponente del Comune di Grosseto, con il quale vi è un rapporto di stima reciproca, per capire se l’Amministrazione Comunale stesse lavorando per risolvere i disagi evidenziati che accomunano numerosi cittadini. Purtroppo, ho appreso che dal lato loro le cose vanno bene così.
Non mi sorprendo nemmeno di questa risposta. Infatti, finché è una situazione che non tocca personalmente e quindi non si vivono certi disagi, poco abituati a saper leggere i bisogni dei cittadini che vivono un’emergenza, va da sé che si rimanga ciechi davanti a certe richieste di aiuto.
Da qui, essendo mosso unicamente dalla volontà di aiutare e di migliorare la situazione di abbandono dei tanti che vivono un’esperienza simile o peggiore rispetto alla mia, ho proposto allo stesso esponente di farmi proattivamente carico di suggerire dei piani di intervento da portare in Consiglio. Lo ringrazio della sua disponibilità, sicuro che saprà farsi carico perché seguano, nell’immediato, risposte certe.
A seguire alcuni spunti semplici ma efficaci per iniziative a favore dei tanti malati Covid 19 in isolamento domiciliare o per coloro che sono costretti a quarantena obbligatoria.
In primo luogo è necessario creare, vista l’eccezionalità di questa emergenza, un percorso preferenziale di accesso ai servizi. Nel contempo recapitare in versione cartacea per posta una dettagliata e completa Lista dei Servizi (non vogliamo mica pretendere che gli anziani vadano a leggere certe informazioni su Facebook?).
Per i servizi di prima necessità, suggerirei al Comune di intervenire sui grandi supermercati al fine di creare un canale preferenziale di accesso alla spesa online per i cittadini risultati positivi al Covid 19 o in quarantena forzata, con un accesso dedicato a settimana.
Questo, insieme al servizio a domicilio offerto dai piccoli esercenti ed al prezioso operato di volontariato di Misericordia e Croce Rossa, permetterebbe di risolvere del tutto il problema dell’approvvigionamento. In questa istanza ci tengo a ringraziare il servizio di spesa a domicilio della Croce Rossa che, dopo il mio intervento di settimana scorsa, si è subito resa disponibile con servizio pagamento POS a beneficio della comunità tutta.
Per i servizi di assistenza per animali domestici, basterebbe copiare il servizio istituito dal Comune di Prato in data 28 marzo. Un modulo accessibile sul sito comunale per richiedere il servizio in qualità di malato Covid 19 in isolamento domiciliare, un numero di telefono dedicato, una rete di volontari supportati dall’Amministrazione Comunale per portare fuori il cane dei malati due volte al
giorno. Per dettagli, basta indagare sul sito del Comune di Prato. Non voglio immaginare che, dopo tutte le campagne di sensibilizzazione contro l’abbandono dei cani e la risaputa l’importanza dei cari amici a quattro zampe come pet therapy, vengano del tutto dimenticati e confinati a fare i bisogni sul balcone (per chi ce l’ha).
Per i servizi di assistenza agli anziani, anche i questo caso, senza usare troppa fantasia, basterebbe copiare un modello funzionante ed applicato dal Comune di Bergamo, per offrire supporto sociosanitario ed assistenza al bisogno. L’amministrazione Comunale potrebbe istituire così operatori dedicati, volontari e non, con due distinte funzioni: chi opera nel servizio di custodia sociale, la cui finalità è quella di aiutare i cittadini in condizioni di vulnerabilità personale temporanea, soprattutto soli al proprio domicilio, e chi opera come Asa di condominio (operatore socio-assistenziale) assicurando l’erogazione di prestazioni di assistenza domiciliare (igiene personale, vestizione, preparazione e assunzione dei pasti, corretta deambulazione, ecc) e facendosi garante del servizio comunale anche per gli anziani
del condominio che non sono seguiti dal servizio sociale. Non solo con proattiva segnalazione degli utenti, ma anche in maniera preventiva attraverso la banca dati dei medici di famiglia, è possibile identificare i casi che necessitano tale supporto.
Per il Sistema Sanitario infine, che ha da subito creato un distaccamento triage e relativi reparti dedicati, non rimane che risolvere il problema dei ritardi dei tamponi e delle mascherine. Ma a fronte delle continue sensibilizzazioni su questo tema, non per ultima quella del sindaco Giacomo Termine, che ha richiamato l’attenzione della Regione, sono sicuro che seguiranno azioni dalle competenti
attività preposte.
Per concludere, nel pieno spirito di solidarietà e responsabilità civica, mi metto a disposizione delle istituzioni, con le miei idee, affinché la mia storia possa essere utile a coloro che vivono o saranno costretti a vivere una simile situazione.
A chiunque invece ne abbia voglia, faccio appello di unirsi alle mie parole per fornire costruttive soluzioni e supporto alle istituzioni, nell’interesse del bene comune. Anche noi civili, sebbene non medici o infermieri, possiamo svolgere un ruolo fondamentale nella battaglia contro questo terribile virus. Per il bene nostro e del nostro prossimo.
In ultimo luogo ma non per ordine di importanza, il più sincero grazie ai tanti amici, conoscenti ma non solo, che ci hanno travolto in questi giorni con attestati concreti di affetto e solidarietà.