GROSSETO -“Matteo Salvini ordina, Antonfrancesco Vivarelli Colonna esegue”. A parlare Valerio Fabiani, membro della Direzione nazionale Pd e della Segreteria regionale Pd Toscana, in merito alla lettera che il sindaco di Grosseto Vivarelli Colonna ha inviato alla ministra Teresa Bellanova sui braccianti irregolari.
“Il sindaco di Grosseto nella sua lettera alla Bellanova, in cui non fa altro che rilanciare la linea ipocrita e disumana di Salvini, rammenta alla ministra di aver giurato sulla Costituzione e davanti al popolo italiano, intanto però lui si scorda degli impegni che si è assunto coi grossetani nel momento in cui è stato eletto sindaco – prosegue Fabiani -. Soprattutto in un momento così delicato, in piena emergenza coronavirus, sarebbe utile che pensasse a svolgere il proprio mandato di sindaco di tutti i grossetani e la smettesse di fare il megafono di Salvini.
Il governo e il Pd hanno posto un tema sacrosanto: la già inumana condizione in cui vivono tanti braccianti si sta ulteriormente aggravando con la pandemia.
Stiamo parlando di 600mila lavoratori irregolari, costretti spesso in condizioni di schiavitù, condannati a vivere in ghetti che peraltro rischiano di diventare focolai incontrollabili di diffusione del virus.
Si tratta di un fenomeno che è alla base di attività illegali, come le Agromafie, il cui fatturato è stimato a circa 25 miliardi di euro (praticamente quanto una manovra finanziaria) e che mette in difficoltà le tante imprese agricole oneste.
Inoltre se non si regolarizzano i braccianti irregolari, gli stessi non si possono recare nei campi perché non passerebbero l’attuale regime di controlli e i raccolti andrebbero in malora. A fronte di una situazione in cui le associazioni del comparto denunciano una importante carenza di manodopera.
Se non si agisce per tempo con la regolarizzazione, ci saranno rischi enormi per la salute delle persone e difficoltà gravi per l’agricoltura italiana. Inoltre va aggiunto che per il reperimento di manodopera ci sono molti strumenti che possono far incontrare domanda e offerta nel più breve tempo possibile, che ci risultano sul tavolo dei ministri di Agricoltura, Lavoro e Interni.
Di fronte a tutto ciò, e trascuro l’incapacità di cogliere anche la tragedia umana di queste vicende, il sindaco di Grosseto scrive una lunga lettera alla ministra in cui non se la prende con chi fino a qui ha sfruttato i braccianti, ma con i braccianti stessi, sgridando la ministra perché non pensa prima agli italiani.
Come se, tra l’altro, i campi in questione fossero in Tunisia – conclude Fabiani – e come se la reintroduzione dei voucher che lui propone fosse sufficiente a eliminare la terribile piaga dell’irregolarità e dello sfruttamento nel comparto”.