GROSSETO – «La gente ci guarda come se fossimo degli untori» sono queste le parole, amare, del marito di una donna che lavora in ospedale e che chiede di restare anonimo.
«Vi scrivo per portarvi a conoscenza della situazione che stiamo vivendo io e la mia famiglia. Mia moglie ha sempre lavorato in terapia intensiva, e da quando è uscito il Coronavirus il reparto è diventato Covid. Da quel momento la nostra vita è cambiata, la gente ci guarda come se fossimo degli untori, cerca di stare alla larga da lei e dai suoi familiari».
«Probabilmente la stessa gente che tutti i giorni acclama medici e infermieri come eroi. Dicono di stimarli tanto, e poi nella realtà li tengono alla larga, per paura che li facciano ammalare. Eppure sono le stesse persone che stringono la mano ai pazienti quando, sono in rianimazione, impauriti di non potercela fare. Le stesse persone che per amore del prossimo, permettono ai parenti a casa di poter vedere i loro cari prima di essere intubati o comunque farglieli sentire per tranquillizzare il loro animo».
«Penso che chi tiene a distanza il personale sanitario, debba rivedere un po’ le priorità della vita e cercare di comprendere che chi lavora in ospedale, specie in certi reparti, fa di tutto per salvare le vite e altrettanto per non portare questo virus in primis alle persone della loro famiglia e poi agli altri. I loro sguardi, la paura degli untori, non fanno altro che aggiungere sofferenza al sacrificio professionale che queste persone sopportano ogni giorno».