VETULONIA – Il Museo civico archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia (Castiglione della Pescaia) e la classe IVa del Polo Bianciardi di Grosseto, seguita dalle docenti Antonietta De Sena e Maria Cafarella, sono stati i protagonisti del progetto “Staffetta su Instagram. Vetulonia con gli occhi degli studenti”, aggiudicandosi il finanziamento messo a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze nell’ambito del bando “Laboratori culturali” che è servito a coprire le spese di sviluppo e produzione del loro lavoro.
«Abbiamo da subito appoggiato l’inserimento dei contenuti creati dagli studenti sul canale Instagram ufficiale del Museo di Vetulonia https://www.instagram.com/museoarcheologicovetulonia/ proprio ora che il museo ha perso il suo abituale pubblico a causa del Covid-19 – spiegano gli assessori alla Cultura e Turismo Susanna Lorenzini e Walter Massetti che segue i progetti di valorizzazione delle aree archeologiche – e siamo rimasti piacevolmente sorpresi di come questa esperienza di sviluppo della identità social del Museo abbia rappresentato un’ulteriore occasione di crescita sia per i giovani che per il museo. Insieme sono riusciti a dare vita ad una versione della materia archeologica diversa dal solito, osservata dapprima con gli occhi degli studenti e poi espressa trovando nuove forme di comunicazione, così da arricchire anche l’offerta rivolta al pubblico».
Il progetto, ideato, realizzato e gestito dall’Associazione Cultura REPublic, grazie alla consulenza di Elena Janniello (esperta in comunicazione e marketing per musei), Claudia Giua (specializzata in economia della cultura), Maria Elena Bardini e Luisa Zito (didattica sperimentale), è stato cucito addosso al museo della frazione castiglionese grazie al suggerimento di quest’ultima, che ha affiancato nell’ultimo triennio in qualità di professionista esperto del settore museale l’operato del direttore scientifico del museo di Vetulonia Simona Rafanelli nel quadro del progetto regionale “Valore Museo”, di cui il museo di Vetulonia era risultato fra i dodici musei toscani vincitori.
«I ragazzi “saliti” sulla collina che ospita il borgo e il museo – ricordano Lorenzini e Massetti – sono stati impegnati in diverse attività. Hanno visto la storia illustrata di Vetulonia antica e la vicenda avventurosa del medico-archeologo cui si deve alla fine dell’800 la riscoperta del paese e al quale è intitolato il Museo “Isidoro Falchi”, ma sono state impartite loro anche alcune “dritte” su quanto rappresenta oggi il lavoro di un archeologo e sulle modalità di conservazione e valorizzazione dei reperti all’interno di un museo. Poi, guidati dalle archeologhe dello staff museale Costanza Quaratesi e Francesca Paris, hanno visitato sia la struttura che si affaccia su piazza Vatluna e verso la costa sui resti dell’antico lago Prile, odierna Diaccia Botrona, che l’area degli scavi archeologici, dove hanno potuto prendere visione delle strutture conservate nei resti del quartiere urbano di Poggiarello Renzetti e contestualizzare i manufatti originali restituiti dal sito ed esposti nelle sale del Museo della frazione castiglionese».
Durante la giornata di formazione trascorsa a Vetulonia, i ragazzi hanno potuto “catturare” e raccogliere all’interno dei loro smartphone immagini e video che poi hanno utilizzato per comunicare il museo attraverso il profilo Instragram».
«Da quell’incontro – sostengono Lorenzini e Massetti – è nata una solida alleanza sul fronte comune della comunicazione fra il personale del Museo Falchi e i giovani della classe IVa del Polo Bianciardi, un’unità di intenti che non è assolutamente scontata né facile da realizzare e che ha determinato il carattere di rilievo del risultato, prodotto in seno ad un progetto contrassegnato da assoluta novità e realizzato grazie al contributo della Fondazione CR Firenze, che sempre più spesso riesce a individuare le necessità e le esigenze del settore culturale proponendo bandi ad hoc e consentendo così non solo la realizzazione di progetti ma anche lo sviluppo di reti fra Istituzioni Culturali e professionisti del settore. I contenuti sono online su Instagram dal 6 aprile e la pubblicazione proseguirà per alcune settimane».
«Nell’obbiettivo che ci siamo prefissi – concludono Lorenzini e Massetti – di ridimensionare il gap che divide il mondo della cultura collegata alle attività museali dai giovani, la piattaforma di Instagram, uno dei canali social maggiormente utilizzato dai ragazzi, è venuta in nostro soccorso nella forma dello strumento più adatto ad accorciare questa distanza».