MASSA MARITTIMA – “Il tempo passa e sulla questione covid si continuano ad avere atteggiamenti di sottovalutazione del problema e ritardi nell’affrontarlo”. A scriverlo, in una nota, la segreteria Pci Colline Metallifere.
“Sono passati ormai oltre due mesi, mentre il virus sta facendo il suo percorso, rallentato solo dalle misure restrittive imposte con il blocco del Paese, ma si continuano ad accumulare ritardi nella gestione complessiva del problema, ripetendo errori quasi come se quanto avvenuto non ci avesse insegnato nulla – proseguono dalla Segreteria -. Se nella fase iniziale poteva avere qualche appiglio la motivazione dell’esplosione di focolai nelle strutture sanitarie, oggi questo è inammissibile”.
“Ancora oggi chi lavora nelle strutture ha dotazioni minime di dispositivi di protezione individuale, si continua nella strage di contagi di professionisti e operatori che combattono una guerra continuando ad essere vulnerabili a un virus particolarmente contagioso – vanno avanti dal Pci -. Quanto avvenuto anche nel nostro presidio ne è la dimostrazione e non ci possiamo accontentare, dopo due mesi, del sentirsi dire così succede un po’ ovunque, perché è dimostrazione che non abbiamo capito ancora la consistenza vera del problema”.
“Due infermieri positivi asintomatici, un medico in quarantena non bastano forse a farci capire che chi è in prima linea non è sufficientemente protetto e non dovrebbero spingere le istituzioni a dire basta per evitare che altri possano essere contagiati proprio in un luogo dove invece si dovrebbero curare le persone – proseguono -. Va bene tranquillizzare, non va bene sminuire la realtà delle cose. I casi positivi possono sviluppare in toto gli effetti della malattia oppure essere asintomatici ma sono pur sempre portatori di virus e veicoli inconsapevoli di trasmissione dello stesso. Ed anche in questo la parola ritardo la fa da padrona perché tamponi, esami seriologici e quindi una risposta vera a questo problema continuano ad essere teoriche”.
“Il governo, le regioni, le comunità locali ci parlano di andare verso la fase 2 e ancora, dopo oltre 2 mesi, non abbiamo messo a sistema la fase dell’emergenza. Abbiamo sostenuto da tempi in cui ancora non erano presenti casi quali erano i percorsi idonei per affrontare al meglio la situazione e ribadiamo quei concetti – continuano dal Pci -. Questa guerra si vince sul territorio e non negli ospedali, si vince isolando il virus evitando per quanto possibile il passaggio negli ospedali non attrezzati e destinando chi necessita di ricovero all’ospedale di Grosseto. Sforzi sono stati fatti ma rispetto all’evoluzione virale siamo lenti e superficiali”.
“Prediamo atto che la Regione ha istituito le unità speciali di continuità assistenziale ma queste devono essere attivate immediatamente senza ulteriori ritardi per tutelare tutti i professionisti, dai medici di base, a quelli ospedalieri, gli infermieri, gli operatori sanitari e sociali, i volontari, chi lavora nelle strutture sanitarie che stanno combattendo una guerra e hanno bisogno di essere protetti – si legge ancora nella nota -. Per questo abbiamo bisogno anche di una comunicazione reale, continua e immediata cosa che, a nostro avviso, non è data. Intendiamoci non ci interessa sapere chi sono le persone, ma crediamo che accontentarsi nel dire che un professionista era di Follonica non ci fa stare tranquilli perché ha operato in una struttura a servizio di tutti i cittadini del comprensorio e non è certo colpa sua o della fatalità se lo ha fatto in condizioni di precarietà perché il suo contagio, come tutti gli altri, dopo due mesi, doveva essere evitato dandogli quello di cui quel lavoratore aveva bisogno: mezzi di protezione adeguati”.
“Immediatezza anche nella fornitura di buoni alimentari i bisogni nelle famiglie ci sono ora e non si può escludere per essere restrittivi ma lavorare e rispondere, anche negativamente se non vi sono le condizioni, a chi chiede. Il Pci delle Colline Metallifere – conclude la nota -ringrazia l’esercito dei sanitari che sta combattendo per noi, auspica un esito favorevole a chi affetto da covid e chiede alle istituzioni di fare la loro parte, meno annunci, più concretezza e prepariamoci tutti insieme ad affrontare il dopo in modo più collegiale e attento perché lo dobbiamo fare bene”.