GROSSETO – «In Toscana si stima siano oltre 150 mila le famiglie che stanno facendo i conti con la difficoltà o addirittura con l’impossibilità di pagare il canone di locazione. Complessivamente circa il 9% delle famiglie residenti in regione. Fra queste ci sono anche quelle della provincia di Grosseto. Applicando la stessa proporzione, fra gli 8.500 e i 9.000 nuclei familiari. Numeri significativi, dai quali è esclusa l’utenza debole degli assegnatari di case popolari: altri 3.000 nuclei familiari, circa». A mettere in evidenza le difficoltà di questa fascia della popolazione è Antonio Terribile, segretario del Sunia, il sindacato degli inquilini aderente alla Cgil.
«In questi giorni – spiega – sono sempre più numerose le telefonate di lavoratori e studenti che chiedono come comportarsi con l’interruzione delle attività produttive e delle università. L’attuale normativa non consente una sospensione degli affitti o la loro interruzione per eventi di natura socio-sanitaria. L”unico intervento certo è quello della Regione Toscana, che ha deciso di scendere in campo per sostenere le spese di pagamento degli affitti dei lavoratori dipendenti e autonomi, che hanno perso il lavoro o sono impossibilitati a mantenerlo. Ad assegnare i contributi per l’integrazione del canone di locazione saranno i Comuni».
«Peraltro – prosegue Terribile -, lo stesso assessore regionale Vincenzo Ceccarelli ha dichiarato che la Regione Toscana interviene oggi con propri fondi, auspicando che su questa criticità intervenga anche il Governo. Nel frattempo cosa fare? Il Sunia di Grosseto, sulla base di una campagna regionale e nazionale, dice che rinegoziare i contratti di affitto si può, e nell’interesse di tutti».
«Si tratta di un percorso che – continua il segretario – deve essere per forza di cose incentivato da misure che consentono una riduzione dei canoni per gli inquilini, e vantaggi economici per i proprietari che accettano di variare i contratti in essere per un periodo temporaneo da valutare insieme».
«La proposta – conclude Terribile – è quella di un tavolo, che non so se ai tempi del coronavirus si possa chiamare così, con tutte le associazioni che hanno sottoscritto gli accordi territoriali per arrivare a siglare un accordo integrativo, che definisca modalità e criteri per la rinegoziazione dei canoni di affitto concordato, per tutti coloro che hanno subito un danno per l’interruzione del lavoro o di studio».