GROSSETO – Pensate un po’ quanto siamo stronzi tutti quanti, noi esseri umani. Ogni anno nel mondo vengono vendute armi per oltre 30 miliardi di dollari (circa 28 miliardi di euro). L’Italia è al 9° posto nella Top ten internazionale dei produttori di armamenti, con una quota dell’export del 2,5%. I primi cinque Paesi sono Usa, Russia, Francia, Germania e Cina. Che valgono tre quarti del mercato.
Noi Italioti vendiamo i nostri ferali gingilli ammazzaumani soprattutto a Emirati Arabi Uniti, Turchia e Algeria (fra i maggiori acquirenti mondiali), Israele, Marocco, Qatar, Taiwan, Singapore, Polonia e Norvegia.
Poi un bel giorno, in gennaio, appare sulla scena un virus trasmigrato dai pipistrelli agli umani, e si scopre che le armi perdono valore da un momento all’altro. Così, come se niente fosse. Perché un kalashnikov o una Beretta, cosa vuoi che servano di fronte a un virus? Finiscono inevitabilmente per diventare i classici ferrivecchi. Un po’ come i confini, i fili spinati e i muri.
E pensa un po’ se quella montagna di soldi fosse spesa ogni anno per fare ricerca medica pubblica. Per produrre medicinali e vaccini con brevetto senza oneri, da vendere a un prezzo calmierato e accessibile. Solo per ripagare i costi di produzione, senza profitti. Sarebbe davvero un mondo migliore, senza disadattati come Donald Trump. Che ha tentato maldestramente di acquisire il brevetto di un produttore di medicinali tedesco, in esclusiva per gli Usa. Un mondo in cui ogni giorno potrebbero non crepare centinaia di migliaia di persone, solo perché non possono permettersi farmaci e vaccini base.
Eh già. Si dice sempre così, in certe occasioni. Poi il Coronavirus passa, e il minus habens medio riprende a comprare armi. A promuovere l’uso di armi e la “legittima difesa” per garantire più sicurezza. E come si dice «l’omo vive»…….ma, stavolta, siamo sicuri che tutto passa. E che l’omo vive?