MASSA MARITTIMA – “Nel corso degli anni, i 70mila posti letto tagliati a livello nazionale, i 2mila 600 soppressi in Toscana e i 200 negli ospedali della provincia di Grosseto, presentano il conto di una sanità pubblica sempre più aggredita per favorire il mercato”. Lo scrive, in una nota, la segreteria Pci Colline Metallifere.
“Tutto questo evidenziato dalla presenza del coronavirus – proseguono dal Pci -. Oggi avremmo avuto bisogno di posti letto per dare risposte adeguate ai cittadini e, sempre oggi, ci rendiamo conto che la macelleria sociale ieri li ha soppressi. Non solo, mancano i medici e si richiamano i pensionati, un altro esempio di fallimento nella programmazione sul fabbisogno di professionisti, non si sa quanto dovuto a vera ignoranza e quanto alla volontà di privatizzare il sistema pubblico da parte della politica, ma di fatto il Paese è sprovvisto proprio di giovani professionalità da impegnare per far fronte all’emergenza”.
“Quella alla quale stiamo assistendo – continuano – è una situazione con la quale dovremmo fare i conti sempre più frequentemente nel futuro. Una nuova guerra indotta probabilmente anche da cause ambientali o, sperando di sbagliare, da altri motivi. In tutti i casi le responsabilità umane sono notevoli, sono quelle prevalenti. Si dovranno quindi dare risposte adeguate in grado di prevenire eventi come il coronavirus e predisporre sui territori strutture in grado di far fronte all’eventuale ripetersi di epidemie”.
“Per tutto questo un grazie particolare va rivolto soprattutto alla politica che, a tutti i livelli, si è fatta promotrice di tagli – attacca il Pci -. Così è avvenuto anche nella zona nord di Grosseto, dove sindaci e amministratori in questi ultimi anni hanno minimizzato, se non ignorato, il taglio dei posti letto, il ridimensionamento di reparti come la pneumologia, la soppressione dei posti letto di subintesiva che, come affermava il sindaco di Massa Marittima Marcello Giuntini, ‘non servivano all’ospedale di Massa’”.
“Quei posti di subintensiva dovevano essere potenziati ed invece sono stati soppressi, insieme a 40 posti letto ordinari – continuano dal Pci -. L’alternativa? Il nulla. Prese di posizioni politiche della maggioranza e del Pd: nessuna. Le istituzioni hanno obbedito agli ordini della Regione. Oggi, come ci viene risposto, questo è generalizzato ed ha dimensioni a livello nazionale, per noi del Pci non è una giustificazione anche perché quei letti di subintensiva sarebbero stati utili oggi per il virus ma servono solo anche a necessità collegate a situazioni che richiedono stabilizzazione di pazienti che per altre motivazioni sanitarie”.
“Sarebbe ottima cosa che il nuovo sindaco di Follonica si prendesse un impegno in tal senso, dato che quello di Massa è stato e se ne sta a guardare pezzi di servizi che se ne vanno – ancora dal Partito comunista italiano -. Un impegno del sindaco di Follonica non sarebbe sbagliato perché l’ospedale di Massa non è proprietà del comune massetano o a servizio dei residenti di Massa ma è patrimonio anche del comprensorio, Follonica compresa”.
“Come Pci – concludono – ci batteremo con continuità e convinzione per investire nella sanità pubblica perché al di là del coronavirus, che prima o poi passerà, molte altre sono le patologie che avrebbero bisogno di posti letto e posti letto adeguati sui quali i sindaci, tutti, dovrebbero pretendere di avere per dare maggiore sicurezza a tutti i cittadini”.