MASSA MARITTIMA – «Questa notte, a Massa Marittima, per l’ennesima volta qualche provocatore neofascista ha avuto la brillante idea di profanare la bacheca della sede della Cgil per affiggervi un delirante volantino di “commemorazione” della Giornata del ricordo». A parlare Claudio Renzetti, segretario provinciale della Cgil.
«I vigliacchi agiscono sempre nell’anonimato – sottolinea – perché non hanno la forza delle idee a sorreggerne l’operato. Non siamo quindi stupiti che qualche neofascista analfabeta di ritorno in termini di storia, abbia colto l’occasione della Giornata del ricordo per dimostrare di esistere».
«La novità, questa volta, è che la Cgil ha deciso di sporgere denuncia ai Carabinieri, perché riteniamo che certi segnali di idiozia cristallina con finalità politiche non possono essere sottovalutati e derubricati a folclore – prosegue -. Ci auguriamo pertanto che l’Arma individui quanto prima gli autori di questo gesto provocatorio, magari visualizzando le immagini registrate dalle telecamere presenti nella zona di piazza Garibaldi e via Ximenes».
«Questi personaggi vanno smascherati – va avanti il segretario della Cgil -. Lo merita Massa Marittima, città medaglia d’argento della Resistenza che ha avuto i martiri di Niccioleta e la medaglia d’oro Norma Parenti. E lo merita l’Anpi massetana che con orgoglio ospitiamo nei nostri locali. Proprio l’Anpi, peraltro, è stata oggetto del delirante e denigratorio volantino che strumentalizza in modo rivoltante la tragedia delle Foibe e la Giornata del ricordo».
«La Cgil non ha mai sottovalutato il negazionismo, ritenendolo un virus pericolosissimo per la Democrazia e la tenuta della coesione sociale all’insegna della convivenza civile – continua Renzetti -. Le parole dette dal presidente Sergio Mattarella, in questo senso, sono le nostre. Oggi il vero avversario da battere, più forte e più insidioso, è quello dell’indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi».
«La verità tragica è che le Foibe sono figlie dei nazionalismi – prosegue il segretario -. E che furono la risposta violenta e feroce dei partigiani titini e del nazionalismo slavo alle violenze uguali e contrarie perpetrate ai danni di dalmati e istriani sin dagli anni 20 dai fascisti di Mussolini e dal nazionalismo italiano. Che culminò nel 1942-43 con gli eccidi di civili e la pulizia etnica ad opera dell’esercito italiano, agli ordini dei generali Roatta, Robotti e Grazioli. Esemplare quel che nel 1943 scrisse Benito Mussolini ai soldati della seconda armata italiana in Dalmazia: “So che a casa vostra siete dei buoni padri di famiglia, ma qui non sarete mai abbastanza ladri, stupratori e assassini”».
«Per questo oggi è inaccettabile la retorica patriottarda di stampo neofascista che tenta maldestramente di fare della Giornata del ricordo il pretesto per delegittimare la Resistenza all’insegna di un revisionismo da operetta – va avanti -. Gli infoibati sono stati vittime del nazionalismo comunista titino, speculari alle vittime istriane e dalmate del nazionalismo fascista. In entrambi i casi giustificate dalla follia della discriminante etnica».
«Che oggi, a quasi ottant’anni da quelle tragedie del nazionalismo sciovinista, qualche mentecatto tenti di equiparare i partigiani a coloro che perpetrarono stragi di civili pianificate a tavolino, è ridicolo e inaccettabile – conclude Claudio Renzetti -. Per la Cgil non sono tutti sullo stesso piano. La storia non si riscrive certo»