GROSSETO – Ho trascorso l’infanzia e la giovinezza in uno dei più bei paesi della Maremma: Castiglione della Pescaia. Anche oggi che non vivo più lì, quando qualcuno mi chiede: “Di dove sei?” io rispondo istintivamente: “Sono castiglionese”. E solo i castiglionesi sanno davvero cosa c’è in quell’espressione.
Questa digressione per dire che la mia familiarità coi detti maremmani mi è venuta proprio dalla vita di paese, dal sentir parlare nonna con le sue amiche che passavano da bottega (avevamo un negozio, ma noi si diceva bottega).
Ebbene, tra le espressioni che mi hanno sempre fatto sorridere c’è questa: “Ag, guarda….un te ne ave’!”. Era una sorta di intercalare dentro un discorso più ampio, in cui magari, fra donne, si lamentavano del marito o dei figlioli o anche della suocera.
“Ah, un te ne ave’…un c’è versi che metta a posto qualcosa” e giù un’espressione colorita che in questa sede non è il caso di ripetere. “La mi’ socera? È storica! Ah, un te ne ave’: un soldo che un soldo un te lo cuce!” Sento ancora le voci di quelle donne!