FOLLONICA – Due furti nel giro di due settimane, stessa mano, stessa firma. Attendono il buio, salgono dai tubi del gas, bloccano la porta con un mobile e portano via tutto. «Ci hanno rubato l’anima e l’intimità» racconta scoraggiata una nostra lettrice. «Questa cosa ci ha sconvolto la vita».
Sabato scorso la donna è rientrata in casa, verso le 19.30, e quando ha provato ad entrare ha trovato una poltroncina davanti alla porta a impedire l’entrata. «Ho capito subito cosa era successo, perché 20 giorni fa era successa la stessa identica cosa alla mia vicina di casa, nello stesso palazzo».
I ladri hanno atteso il buio e che in casa non ci fosse nessuno, si sono arrampicati sino al terzo piano sfruttando i tubi del gas «Sono ragni, nessuno si è accorto di nulla». Hanno forzato la porta della terrazza e sono entrati all’interno.
Una volta dentro hanno messo tutto all’aria e hanno portato via 350 euro e tutto l’oro «I ricordi di famiglia, le cose di mio figlio. Hanno spaventato a morte la gattina che ancora non si è ripresa».
La stessa cosa era successo solo pochi giorni prima in un altro appartamento del palazzo: stesso orario e stesso modus operandi: un furto fotocopia, con il divano messo davanti alla porta in modo da aver tempo di fuggire in caso di un rientro anticipato dei proprietari di casa.
«Abitiamo in viale Europa, nel primo comparto, quello dei Pini, e se il davanti è ben illuminato, il retro del palazzo è completamente al buio. Il parco è totalmente al buio, e questo favorisce la criminalità a discapito della sicurezza» precisa.
«Abbiamo fatto la denuncia ai carabinieri e siamo andati in Comune – prosegue la nostra lettrice -, abbiamo chiesto più illuminazione sulla zona retrostante, sul parco, su cui danno i nostri terrazzi, e ci è stato risposto che non è possibile perché l’area non è pedonale. Ora mi chiedo: possibile non sia possibile illuminare di più una zona, garantendo più sicurezza ai cittadini? Quello che chiediamo sono dei lampioni in una zona completamente buia. Chi ci deve tutelare? Proveremo ad andare a parlare anche con il commissario».