GROSSETO – Torna l’appuntamento con #InstaPoll, i sondaggi che IlGiunco.net propone alla propria community per sapere come la pensa su alcune questioni di interesse generale.
Nella notte tra giovedì 2 e venerdì 3 gennaio gli Stati Uniti hanno attaccato diversi obiettivi all’aeroporto internazionale di Baghdad, la capitale irachena, uccidendo, tra gli altri, il potentissimo generale iraniano Qassem Suleimani. Queste azioni, alle quali sono seguite altre, hanno subito fatto alzare la guardia a tutte le potenze mondiali per il timore di possibili riscontri internazionali. Tra queste anche l’Italia, che, tra l’altro, vede basi militari in Iraq e in altri paesi del Medio Oriente. Per questo vi abbiamo chiesto se vi preoccupa o meno la situazione internazionale.
Il 66,5% dei votanti si dice preoccupato dell’inasprimento dei rapporti tra Usa e Iraq.
Fortunatamente, alla retorica dei proclami di guerra e ai timori per la vendetta iraniana in risposta all’uccisione del comandante Soleimani, per ora prevale la prudenza nei fatti. Per qualche ora si è temuto il peggio in Medio Oriente, dopo che una trentina di missili sono stati lanciati da Teheran sulle due basi Usa in Iraq, attacco che si è concluso con pochi danni e nessuna vittima.
Nessuna conseguenza neanche dopo il lancio ieri notte di due missili nella zona verde di Baghdad, dove si trova l’ambasciata americana, probabilmente opera delle milizie pro iraniane. L’attacco non è stato ancora rivendicato.
Da parte sua il presidente americano Donald Trump, come si legge su Il Sole 24 Ore, ieri, parlando alla nazione, ha ribadito che «tutte le opzioni restano sul tavolo», aggiungendo però che gli «Stati Uniti sono pronti alla pace». Per il momento, infatti, ha solo annunciato nuove sanzioni contro l’Iran.
Dall’altro lato, l’autorità suprema iraniana Ali Khamenei ha rivendicato gli attacchi alle basi militari Usa, definendoli uno «schiaffo agli Stati Uniti», perché «non è finita». «Taglieremo le gambe all’America» ha continuato. Tuttavia, nel secondo giorno, dopo la fine dei tre giorni di lutto nazionale seguiti all’uccisione del leader militare iraniano, i cannoni tacciono.