SANTA FIORA – È morto Ennio Sensi, insegnante e tra i fondatori del Coro dei Minatori di Santa Fiora. È il sindaco Federico Balocchi a comunicarlo con un lungo ricordo affettuoso e una foto.
«Il caro amico Ennio Sensi ci ha lasciato. Così, all’improvviso, in punta di piedi, ci ha lasciato più soli, smarriti ed attoniti».
«Non è retorica dire che il suo segno nella comunità di Santa Fiora è profondo e indelebile. Non è retorica dire che la sua opera, dagli anni ’70 ad oggi, si è dispiegata in così tanti ambiti della società che sicuramente ne possiamo dimenticare qualcuno. La sua figura non può certo essere racchiusa nella dizione “storico locale”».
«Insegnante alle scuole medie, appassionato sportivo nella squadra di calcio, quindi l’impegno politico antifascista e amministrativo come assessore alla cultura, la continua ricerca e l’insegnamento sulle nostre feste tradizionali, sulle nostre radici, sulle nostre leggende, sulla nostra storia – prosegue Balocchi -. Ed ancora la sagra del fungo e le feste bagnolesi, il canto nella corale, il costante impegno nella banda, l’amore per il canto popolare che lo rendeva una delle anime del Coro dei Minatori di Santa Fiora».
«Generazioni di santafioresi, oggi sgomenti, si sentono più poveri e tutti noi siamo consapevoli che, col tempo, la sua mancanza diventerà più grave».
«Forse non è casuale che la comunità di Santa Fiora dia l’ultimo saluto a Ennio il 30 dicembre, in occasione della Fiaccolata, festa alla quale teneva moltissimo e che proprio lui contribuì a rivitalizzare dal 1977 con l’associazione La Melangula – prosegue -. Quest’anno non potrà illustrare a tutti noi il significato ancestrale dei riti del fuoco, per cui sarà fondamentale fare tesoro dei suoi insegnamenti, per valorizzare questa ed altre feste tradizionali nel mondo che cambia senza perdere l’essenza dei valori della nostra tradizione.
Rimane il suo alto insegnamento ed il suo esempio, nella speranza che le nuove generazioni abbiano la voglia e la costanza di raccogliere un testimone così importante».
«Ciascuno di noi ha tanti ricordi di Ennio e lo rammenterà per alcuni aspetti della sua vita così poliedrica. Io, per quanto mi riguarda, avrei da ricordarlo in innumerevoli occasioni, ma è dolce richiamare alla memoria che fu lui, ormai molti anni fa, ad insegnarmi la tradizionale “serenata” che, per anni, avrebbe cantato da solista nel Coro dei Minatori. Quando la cantava sembrava non gettarla in pasto al pubblico, ma darla in prestito, come le cose che teniamo a noi più care. Esprimeva così la sua dolcezza: “Se dormi svegliati fanciulla adorata, la serenata la canto per te”».