PORTO SANTO STEFANO – Lo scorso sabato pomeriggio 23 novembre, presso la Sala Consiliare del Comune di Monte Argentario si è tenuto il convegno con la partecipazione di importanti relatrici “Codice rosso: la nuova legge contro la violenza domestica e di genere”, organizzato dalla Commissione Pari Opportunità.
Dopo il saluto con le informazioni del Sindaco Franco Borghini riguardanti un sempre maggior impegno del Comune in tema, ha preso la parola la dottoressa Valeria Spinosa, magistrato presso la Procura di Padova, giovane donna che dà lustro all’Argentario per essere la prima persona nata e cresciuta nel famoso Promontorio a vestire la toga da giudice, con un consistente curriculum professionale già acquisito, laurea con lode e licenza specialistica in Giurisprudenza presso l’Università di Pisa con tesi sul Cybercrime vincitrice del Premio Ettore Gallo, stage presso l’Agenzia europea per la cooperazione giudiziaria in materia penale (EUROJUST), soggiorno di ricerca presso il Max-Planck Institut für ausländisches und internationales Strafrecht di Friburgo, abilitatazione all’esercizio della professione forense con perfezionamento in Diritto Penale presso la Scuola Sant’Anna di Pisa, avvocato presso il Foro di Milano e magistrato dal 2016.
Con eloquio professionale ma comprensibile per tutti, la dottoressa Spinosa ha illustrato le novità per le vittime di reati di maltrattamenti, violenza sessuale, stalking e lesioni aggravate commessi in contesti familiari, convivenza compresa che godono con le nuove norme del “Codice Rosso” di una corsia preferenziale, infatti la polizia è tenuta a comunicare immediatamente al Pubblico Ministero le notizie di reato a prescindere da una valutazione di urgenza, il Pubblico Ministero deve ascoltare la vittima entro 3 giorni dalla notizia di reato. Inoltre la vittima ha un anno di tempo e non più sei mesi, per denunciare una violenza sessuale subita, in caso di condanna per reati sessuali, la sospensione condizionale della pena per quelli meno gravi si applica solo se lo stupratore compie un percorso di recupero, vengono inasprite le pene per i reati di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, stalking e sono istituite le nuove figure di reato per chi provoca la deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti sul viso, per il “revenge porn“, ovvero la diffusione di immagini intime altrui senza il consenso dell’interessato o dell’interessata, per contrastare i matrimoni e le unioni civili “per coercizione”. Il reato è punibile anche se commesso all’estero ai danni di cittadini italiani o stranieri legalmente residenti in Italia, infine è stata introdotta la formazione obbligatoria delle Forze dell’Ordine sul fronte della prevenzione e del perseguimento di questo tipo di reati. Sono seguiti gli interventi del presidente dell’Associazione Olympia De Gouges Costanza Ghezzi sull’attività dei dipendenti Centri di ascolto, la relazione “Luci ed ombre sulla violenza di genere” della dottoressa Marta Rizzardi, psicologa e psicoterapeuta, la fotografia della situazione territoriale riguardo al fenomeno in parola del Maresciallo Alberto Piccirilli, Comandante della Stazione Carabinieri di Porto S. Stefano e infine una comunicazione di dati allarmanti di questi reati da parte dell’ Assessora Angela Della Monaca. Moderatrice dell’evento la presidente della Commissione pari opportunità.
Nel previsto confronto e discussione con i relatori ha chiesto di partecipare, sentendosi “sul banco degli imputati” con i pochi uomini presenti, il comandante Daniele Busetto di ARTEMARE Club e intervenendo ha ammesso le colpe degli antenati per i casi di mancato rispetto della donna risalenti storicamente ad Aristotele, 2.300 anni fa circa, stressando la necessaria e prioritaria attenzione con tutti i mezzi verso le donne che sono certamente le più colpite dal tragico fenomeno, ma al contempo ha ricordato i dati del 2018 del Viminale e quelli precedenti dall’Istat sulla violenza domestica, come fatto complesso sempre più indipendentemente dal genere, con il cinismo e un senso del possesso che non sono solo degli uomini, perché guardando dentro il fenomeno include il “femminicidio” ma anche il “maschicidio”, il “figlicidio” e con le unioni civili tra persone dello stesso sesso fattispecie ormai le più diverse. Il comandate Busetto ha rivolto una serie di domande alle relatrici, sui casi già in giudizio e sul parere degli avvocati, sulla frequentazione dei Centri d’ascolto da parte degli uomini e sulla figura del conseulor, concludendo ha auspicando il prosperare della relazione tra i sessi, nel comprendersi, comunicare e lavorare insieme per affrontare questo e tanti altri problemi di convivenza e ha richiesto, come residente, al Sindaco Borghini di valutare la possibilità di modificare il regolamento del Comune di Monte Argentario, risalente al 2003, che prevede la presentazione della domanda di partecipazione alla Commissione pari opportunità solo da donne estendendola anche agli uomini, per avere in futuro la presenza di rappresentanti maschili a similitudine delle attuali composizioni dell’organo in quasi tutti i Comuni limitrofi all’Argentario.