GROSSETO – «Il piano di protezione civile del 2018, adottato dalla giunta, prevede l’evacuazione di una parte della popolazione al superamento dei sei metri e mezzo all’idrometro del Berrettino e se nel prossimo consiglio comunale di venerdì, sarà approvato senza modifiche, di evacuazioni ne vedremo diverse» afferma il segretario dell’Unione comunale Pd Leonardo Culicchi. «Non possiamo evitare quindi le evacuazioni, anche se possiamo gestirle meglio di quanto non sia stato fatto questa volta, come non possiamo mettere limiti alle forza della natura, tuttavia non dobbiamo lasciare nulla di intentato per difenderci da queste emergenze oramai sempre più frequenti».
«L’Ombrone è un fiume che scorre per 161 Km ed è il fiume con la maggior portata di sedimenti in sospensione in tutta la toscana meridionale – prosegue il segretario Pd -, nella parte che riguarda Grosseto scorre limitato dagli argini, presenti solo da ponte Tura fino alla foce e costituiti in gran parte di terra anziché, come sarebbe necessario, anche di materiale impermeabile. La nostra fortuna è il danno degli altri, perché l’Arbia, l’Orcia, il Merse e il torrente Trasubbie, tra i più pericolosi affluenti dell’Ombrone, spesso esondano a monte e questo riduce la portata di acqua a valle».
«E’ vero che a valle abbiamo rinforzato e impermeabilizzato gli argini nei punti più critici ma è a monte che dobbiamo intervenire e riprendere un lavoro di programmazione che è stato messo in disparte. È assolutamente necessario farlo anche perché il bacino del fiume Ombrone è caratterizzato da una marcata stagionalità nel quale si alternano periodi di abbondanti precipitazioni a periodi di siccità, che se da una parte ci mettono periodicamente a rischio di alluvione, dall’altra, avendo un’economia basata sull’agricoltura e sul turismo, ci porta danni non meno gravi in termine economici».
«Le parole chiave sono due: prevenzione e programmazione – precisa Culicchi -. Non possiamo più aspettare, interventi economici a goccia ma dobbiamo subito mettere in cantiere un piano a lungo termine di investimenti che riguardi tutto il bacino idrografico dell’Ombrone, con opere che non possono essere portate avanti solo dal Comune ma che insieme al Consorzio Bonifica vedano necessariamente anche l’intervento della Regione; come ad esempio la creazione di casse di laminazione a monte che contribuirebbero ad alleggerire la velocità del fiume, eseguire interventi di manutenzione accurati e continui, il completamento degli interventi di impermeabilizzazione su tutto l’argine a protezione della città e il rimboschimento delle aree del medio corso di quella parte di fiume soggetto a esondazioni periodiche. La gestione del quotidiano è importante ma diventa ininfluente se non si piantano semi per il futuro. Un piano per l’Ombrone è l’argine più sicuro a difesa della città».
«Per questo motivo e per riportare il tema all’attenzione di tutti, il Partito Democratico organizzerà un convegno sul fiume Ombrone nel più breve tempo possibile invitando addetti ai lavori ed esperti per capire meglio cosa si può fare e come si può fare».