GROSSETO – Torna l’appuntamento con #InstaPoll, i sondaggi che IlGiunco.net propone alla propria community per sapere come la pensa su alcune questioni di interesse generale. Tra gli argomenti più dibattuti in queste ultime settimane primeggia il caso Segre. Tanto che il Pd grossetano ha lanciato un appello ai sindaci maremmani per concedere alla senatrice a vita la cittadinanza onoraria dopo che le è stata affidata la scorta.
Sono circa 200, infatti, i messaggi di odio che Liliane Segre riceve ogni giorno sul web e non solo. Questo ha spinto il prefetto di Milano Renato Saccone a concedere la scorta alla senatrice: due carabinieri la accompagneranno in ogni suo spostamento. Il provvedimento segue le polemiche legate all’istituzione della “commissione Segre”, la commissione straordinaria da lei proposta con il compito di contrastare l’intolleranza, il razzismo, l’antisemitismo e l’istigazione all’odio e alla violenza, che ha ottenuto il via libera in Senato con l’astensione del centrodestra.
Ma chi è Liliana Segre?
Nata a Milano nel 1930, all’età di otto anni, vittima delle leggi razziali fasciste, fu costretta ad abbandonare la scuola elementare. Nel 1943 con il padre e i nonni tentò vanamente di fuggire in Svizzera, dove furono respinti. Arrestata il giorno dopo, venne trasferita nel carcere di Varese, poi in quello di Como, e infine a Milano. Nel 1944 fu deportata nel campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz con la famiglia. Nel campo di concentramento, dove il padre e i nonni morirono, le venne tatuato il numero di matricola 75190 e fu impiegata nei lavori forzati nella fabbrica di munizioni Union. Venne liberata dall’Armata rossa nel 1945. La senatrice è una dei 25 sopravvissuti dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz. Dal 1990 ha iniziato la sua attività di divulgazione della sua esperienza di sopravvissuta, partecipando a molti incontri con gli studenti e convegni di ogni tipo, “convinta che l’indifferenza sia peggiore della violenza”. È presidente del Comitato per le Pietre d’inciampo – Milano, che raccoglie tutte le associazioni legate alla memoria della Resistenza, delle deportazioni e dell’antifascismo. Nel 2008 ha ricevuto la laurea honoris causa in Giurisprudenza dall’università degli Studi di Trieste e nel 2010 quella in Scienze pedagogiche dall’università degli Studi di Verona (fonte: Enciclopedia Treccani).
Il 19 gennaio 2018, nell’anno dell’80esimo anniversario delle leggi razziali fasciste, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in base all’art. 59 della Costituzione, nominava Liliana Segre senatrice a vita “per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”.
Il 30 ottobre scorso il Senato della Repubblica, con i 151 voti favorevoli di Movimento 5 Stelle, Partito democratico, Liberi e uguali e Autonomie, e le 98 astensioni di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, approva la mozione che prevede l’istituzione della commissione straordinaria proposta da Segre. “Tale commissione – ha commentato la senatrice durante la discussione in aula – potrà svolgere una funzione importante: è un segnale che come classe politica rivolgiamo al Paese, di moralità, ma anche di attenzione democratica verso fenomeni che rischiano di degenerare”.
A questo è seguito, come detto, l’assegnamento della scorta a Liliana Segre (7 novembre). Sulla scia di quanto accaduto, molti amministratori locali hanno proposto di concedere la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita. Tra questi anche Giacomo Termine, segretario del Pd grossetano e sindaco di Monterotondo Marittimo. “Noi saremo, dobbiamo essere, la scorta di Liliana Segre e di tutti gli uomini e donne come lei. Ci alziamo in piedi di fronte a chi testimonia gli orrori di Auschwitz, di chi, con la sua stessa esistenza, ammonisce e avverte del rischio di un ritorno alla violenza come sistema di governo dei popoli. Come segretario del Partito democratico lancio un appello a tutti i miei colleghi sindaci: alziamo un muro di pace. Chiedo a tutti di presentare nei Consigli Comunali la cittadinanza onoraria per Liliana Segre. Se una parte dei deputati non ha voluto votare e onorare in Parlamento una donna scampata all’olocausto, noi lo faremo nei nostri paesi, piccoli e grandi, tributandole onore e respingendo con forza e palesemente chi non è capace di guardare all’interesse generale di una nazione”.
Per questo vi abbiamo chiesto come la pensate sulla questione. Il 57,7% dei votanti dice che non è d’accordo con la concessione della cittadinanza onoraria a Liliana Segre, contro il 42,3% che si dice favorevole.