FIRENZE – Tre “super province” per la Toscana. È questa la proposta del presidente Enrico Rossi che affida al suo profilo Facebook e al suo blog l’idea di costruire tre enti di area vasta come risposta al riordino delle province.
Il decreto sulla “Spending review” e di conseguenza la riforma delle province hanno avuto il via libera dal Senato e in questo contesto sarà difficile tornare indietro tanto che tra capoluoghi ipotetici e scontri ci campanile anche nella nostra regione il dibattito è aperto dentro e fuori il mondo politico.
Ma quale è l’idea di Rossi? «La mia proposta – scrive il presidente – è che si organizzino tre enti di area vasta: quello della costa, con Massa, Pisa, Lucca e Livorno; quello del centro, con la città metropolitana di Firenze, Prato e Pistoia; quello della Toscana del Sud, con Arezzo, Siena e Grosseto» (a fianco la grafica delle tre aree vaste della Toscana secondo Rossi – Fonte: http://ilsignorrossi.it).
Una posizione importante anche perché le regioni dovrebbero avere potere decisionale sulla nuova riorganizzazione. «Pare che alle Regioni siano stati attribuiti nuovi poteri in merito alla riorganizzazione delle Province. Prima di decidere ascolteremo tutti e parleremo con tutti. Chi conosce la regione sa che questa proposta si fonda sul buon senso e può davvero consentire razionalizzazioni, efficienza, migliore programmazione e quindi garantire un’offerta di servizi più adeguata».
E Rossi cerca di gettare acqua anche sul fuoco dei campanilismi. «Faccio appello ai deputati e senatori della Toscana che conoscono la situazione. Gli chiedo di svolgere un ruolo attivo in questa scelta e di farsi valere nei confronti del governo. Se facciamo, tutti insieme, una cosa ben fatta potremo essere capiti dai cittadini. Viceversa, se procederemo seguendo la logica dei campanili, di cui si sono già intraviste preoccupanti avvisaglie, voglio mettere tutti in guardia sui rischi che si possono correre. Attenzione: la vicenda delle Province, se dominata dal populismo, potrebbe diventare un pericoloso detonatore per proteste irrazionali, sconosciute alla tradizione di questa regione».
«Di questi tempi non manca il materiale da ardere e in questo Paese c’è sempre qualcuno pronto ad appiccare il fuoco. La Toscana invece, se ragiona, discute e poi decide con il buon senso, può farcela».
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