SCARLINO – «In seguito all’assemblea pubblica di ieri, alla quale hanno preso parte alcuni membri del nostro gruppo, sono state confermate le difficoltà interne a tutte le Contrade nel ripristino di una festa bellissima ed impegnativa come la nostra» lo afferma Roberto Maestrini del gruppo pensiamo Scarlino. «Da anni, ed anche con le passate amministrazioni, sono stati sollevati temi come le difficoltà di spazi di aggregazione, logistiche ed organizzative. Pensare che queste problematiche potessero essere risolte in un paio di incontri pubblici, pur con la buona volontà di conferire una sede ad ognuna delle contrade per i propri incontri associativi, era piuttosto ottimistico».
«Dalla riunione di ieri sera sono venuti fuori spunti che riguardano la festa e coinvolgono molto direttamente tutta la realtà del capoluogo: la difficoltà di riuscire ad aggregare e coinvolgere le persone, la mancanza di un luogo di ritrovo comune (come invece sono presenti a Scarlino Scalo e al Puntone), la difficoltà di pianificare le attività future per la mancanza di volontari. Capisco l’amarezza dell’amministrazione Comunale, visto che il ripristino della festa sarebbe un fiore all’occhiello per il Paese (ed anche una spinta per i cittadini e l’economia del capoluogo), ma il percorso è molto difficile, e vivendo da dentro la realtà del paese e quella delle contrade, è percepibile da anni».
«Il problema va avanti da anni, parallelamente allo spopolamento del paese e alla mancanza di un ricambio generazionale che comporta che molte persone si siano spostate verso altre realtà e che manchino i giovani in grado di portare avanti la tradizione e la festa popolare. Si sovrappone anche alla mancanza di adeguati luoghi atti all’organizzazione di eventi come feste e sagre in paese. Le contrade avevano ognuna una propria area (non di proprietà) che negli anni è stata venduta, modificata nella destinazione d’uso o altro. Questo ha comportato la fine di tutti gli eventi del paese organizzati dalle contrade, che servivano a sovvenzionare la festa» prosegue Maestrini.
«Girare la testa di fronte a questo problema è grave, sul progetto delle Carriere si deve continuare a lavorare, ma parallelamente si deve pensare al futuro del capoluogo, che non può essere legato al ripristino di una tradizione unica e bellissima, ma ad una serie di eventi che coinvolgano le persone del paese, attirino chi viene da fuori, e diano un impulso economico alle attività commerciali. Speriamo quindi che la reazione a caldo dell’Amministrazione non porti ad un’interruzione dell’idea e del progetto, ma allarghi l’orizzonte su una problematica più ampia che ci sembra essere stata ampiamente sottovalutata».