GROSSETO – «A nome della Segreteria provinciale della Uil Trasporti, che rappresenta i lavoratori del settore “igiene ambientale”, non posso che essere amareggiato dalle parole dette dall’assessore Simona Petrucci sul suo “rincorrere gli spazzini per le vie di Grosseto”» lo scrive, in una nota, Francesco Barbadori della Uil Trasporti.
«Ricordo alla signora assessore che se la città non è pulita come lei vorrebbe è merito esclusivo della politica intrapresa dal Comune di Grosseto che, volendo abbassare la Tari, ha ridotto i passaggi settimanali delle spazzatrici e, di conseguenza, il numero di operatori impiegati in quel determinato servizio, risulta difficile avere la moglie ubriaca e la botte piena – continua -. E’ piuttosto anomalo che chi decide di tagliare i servizi, abbassando i costi, di concerto con Sei Toscana, che sicuramente si farà sentire a difesa della propria immagine e di quella dei suoi dipendenti, dopo addossi la “sporcizia” delle vie della città a fantomatici disservizi causati dai lavoratori che oltretutto sono anche “costretti” ad effettuare spazzamenti in straordinario per recuperare parte dell’enormità delle vie assegnate non riuscendo a terminare il servizio nelle 6.20 ore giornaliere».
«Vorrei anche invitare la signora Petrucci, alla quale piace molto apparire sui media in questa interminabile “caccia alle streghe” che la vede tutti i giorni protagonista, ad indossare la batteria di 11kg ed imbracciare il soffiatore che tutti i giorni i dipendenti di Sei Toscana usano per tenere pulita Grosseto ed effettuare i fatidici 14km giornalieri di spazzamento
previsti dai parametri Ato, sono sicuro che al termine di tale prova modificherebbe il suo atteggiamento gravemente denigrante e persecutorio nei confronti di coloro che tutte le mattine si alzano con il solo pensiero di dare decoro e dignità alla nostra città. Spero vivamente che nel prossimo futuro – conclude Francesco Barbadori – l’assessore all’Ambiente trovi di meglio da fare che importunare i dipendenti di Sei durante i loro turni lavorativi ricordandole che forse qualche volta dovremmo essere noi cittadini a “rincorrere” chi amministra le nostre città».