GROSSETO – Da alcuni anni diverse amministrazioni locali e regionali hanno avviato politiche per favorire l’inclusione sociale delle persone LGBT – lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender -, promuovendo azioni che le tutelino dalle discriminazioni, garantendo loro diritti e pari opportunità.
«Anche la nostra amministrazione – afferma il capogruppo della lista Mascagni Sindaco Carlo De Martis – nel consiglio comunale di Grosseto può fare la sua parte su queste tematiche, tanto importanti quanto complesse, e per questo ho proposto che il comune di Grosseto aderisca a RE.A.DY – la ‘Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni antidiscriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere’ -, fondata nel 2006 per promuovere e coordinare l’azione di comuni, province e regioni. Una proposta che sarà discussa e votata dal consiglio comunale nella seduta del prossimo 7 ottobre».
«Nonostante una certa evoluzione della società, oltre che del quadro normativo, le persone LGBT non godono infatti ancora di pieni diritti e vivono spesso situazioni di discriminazione a causa del perdurare di una cultura condizionata da disinformazione, pregiudizi e stereotipi».
«Basti pensare che in Italia, secondo le più recenti e autorevoli indagini, un cittadino su quattro è convinto che l’omosessualità sia una malattia, così come un cittadino su quattro associa omosessualità a immoralità. Un cittadino su cinque addirittura ritiene poco o per niente accettabile avere un collega o un amico omosessuale, e le percentuali di ‘diffidenza’ aumentano di fronte all’idea che persone omosessuali possano ricoprire ruoli nell’insegnamento, nella sanità o nella politica. Ancora peggiore, se possibile, il quadro relativo al rapporto con le persone transessuali e transgender».
«Evidente come in questo scenario solo una piccola parte delle persone LGBT riveli il proprio orientamento sessuale, o denunci i crimini di odio di cui è vittima, così come è evidente il grave disagio in cui possono trovarsi nell’ambiente scolastico i ragazzi e le ragazze che non rientrano nello ‘standard’ – prosegue De Martis -. Una discriminazione che si traduce anche in una violenza psicologica, subdola e micidiale, fatta di scherno, denigrazione e isolamento, oggi amplificata dall’uso dei social».
«Ebbene, coloro ai quali è affidata la responsabilità di una comunità hanno il compito di garantire a ciascuna persona il diritto alla propria identità, nei diversi ambiti della vita familiare, sociale e lavorativa, contribuendo così ad una crescita anche dell’intera comunità. L’adesione del comune di Grosseto alla rete RE.AD.Y farebbe seguito a quella di altri comuni del nostro territorio e costituirebbe pertanto un passo importante in questa direzione, permettendo alla nostra amministrazione di contare sull’esperienza e le buone pratiche maturate da altre realtà».
«Un’adesione tra l’altro non solo priva di oneri per le casse comunali, ma che anzi consentirebbe di accedere alle risorse messe a disposizione dalla regione Toscana per la realizzazione di attività di promozione e riconoscimento dei diritti delle persone LGBT. Un’occasione che, confidiamo, il consiglio comunale della nostra città saprà cogliere con la necessaria responsabilità» conclude De Martis.