GROSSETO – È morto oggi il professor Mario Bianco Marchiò, professore di lingua e letteratura classica e, per molti anni, preside nei licei della provincia di Grosseto. Marchiò, 87 anni, ha dedicato la propria vita professionale, in particolare, al Classico “Carducci-Ricasoli” ed allo Scientifico “G. Marconi” della città.
Con lui se ne va l’ultimo rappresentante di una generazione storica di professori e di presidi, una classe insegnante che ha contrassegnato la vita di molti studenti grossetani e non solo: chi lo ha incontrato lungo il proprio cammino scolastico ricorda ancora “Mario Bianco”, come lo chiamavano i ragazzi con goliardico rispetto.
Appassionato di filologia e di storia della grammatica, ha trascorso la vita dedicandosi alla ricerca dei carteggi e degli scritti dai quali ha ricostruito i percorsi, attraverso i secoli, dello sviluppo della lingua Italiana.
Figlio di Marino, maestro elementare premiato con la medaglia d’oro al merito dal ministro della Pubblica Istruzione per la sua dedizione lavorativa nei 42 anni d’insegnamento, e di Fosca Brignali, maestra elementare, originaria di Casal di Pari, ed autrice di romanzi per ragazzi ambientati nei luoghi dell’infanzia, anche Marchiò ha lasciato traccia tangibile dei propri studi ai futuri appassionati ed ai cultori della Grammatica Italiana. Tra le sue pubblicazioni:
“Come discutevano gli umanisti, una disputa quattrocentesca sulla lingua parlata dai romani antichi”, 2008, MEF, Firenze Athenaeum, collezione Oxford 191: mette a fuoco le ragioni che stanno alla base dei vari interventi degli umanisti nella disputa quattrocentesca riguardante la lingua parlata dagli antichi romani, facendo comprendere al lettore come la questione potesse nascere ed essere dibattuta al tempo.
“Le ragioni della grammatica, Pietro Bembo e Giovanni Francesco Fortunio nel primo Cinquecento Italiano”, 2012, Lampi di Stampa Srl: dalla composizione delle due opere cerca di porre in evidenza, attraverso un riesame delle norme che quei testi prescrivono, l’effettivo rapporto che intercorre tra i due autori.
“Il culto della regola, Grammatica e grammatici nella prima metà del secolo XVI”, 2017, Youcanprint: esamina i numerosi trattati che nei primi decenni del XVI secolo videro la luce ad opera dei grammatici e ripercorre alcune tematiche presenti nei vari autori, secondo il filo conduttore del ragionamento che li accomuna o li differenzia.
Dopo gli studi classici e la laurea conseguita presso l’Università di Pisa a 23 anni, entrato in ruolo l’anno successivo, inizia la propria carriera di insegnante nella città di Ferrara. Dopo un anno torna a Grosseto, dove gli viene affidata la cattedra di Italiano e Latino presso il Liceo Classico “Carducci Ricasoli”, allora ancora situato nella storica sede istituzionale di via Mazzini insieme alla Biblioteca Chelliana. Lì insegnò con passione e con rigore la cultura classica a molteplici generazioni di studenti grossetani.
A metà degli anni ’70 vince il concorso per preside ed inizia un percorso professionale che lo porta a dirigere il Liceo Classico di Orbetello e di Grosseto ed il Liceo Scientifico di Castel del Piano, di Follonica e di Grosseto.
In queste sedi ripristina una prassi che molti insegnanti ancor’oggi ricordano molto bene: come previsto dalle direttive ministeriali, ma sconosciuto ai più, compito del preside era controllare e valutare personalmente l’operato del singolo docente. Pertanto, il preside Marchiò periodicamente faceva collocare dai “custodi” (come si chiamavano allora) una sedia a fianco della cattedra del professore prescelto e da lì, in silenzio, assisteva alla lezione, traendone le opportune valutazioni.
Sposato dal lontano 1962 con Maria Angelica Borgoni, maestra elementare nelle scuole grossetane, ha trascorso con lei tutta una vita, con un amore nato fin dai banchi di scuola. Dal loro matrimonio sono nati gli ormai cinquantenni Michela ed Antonio, i quali hanno intrapreso percorsi professionali la prima, in linea con la tradizione familiare, di insegnante a Milano, il secondo, nei ruoli della Polizia di Stato in varie città italiane e poi, finalmente, a Grosseto, vicino ai propri genitori. I nipoti Valeria, Matilde ed Alessandro sono stati la gioia del preside Marchiò.
Marchiò è morto oggi, circondato dall’affetto dei propri cari. Riposerà per sempre nella sua amata Castel del Piano, dopo la messa che sarà celebrata nel paese natale martedì 24 settembre alle ore 15.00, presso la chiesa della Madonna delle Grazie.