GROSSETO – La nuova proposta di modifica della legge regionale sugli agriturismo, non piace a Confagricoltura che puntualizza con il suo presidente regionale, Marco Neri, quanti problemi potrebbe apportare alle imprese agricole se a settembre fosse varata.
“La mia non vuole essere una disquisizione meramente politica e un “no” a prescindere, – apre il presidente Neri – ma una valutazione oggettiva e scevra da qualsiasi partigianeria. In primo luogo mi preme sottolineare come la modifica dell’articolo 17 eliminerebbe la possibilità di utilizzare a fini agrituristici volumi derivanti da interventi di ristrutturazione urbanistica e da trasferimenti di volumetrie posti nei territori agricoli. Tutto ciò sarebbe assolutamente deleterio, soprattuto per quelle aziende che invece vogliono investire nel recupero di ruderi e del patrimonio edilizio esistente, con ricadute positive anche su interi settori dell’artigianato e del commercio.”
Sulla stessa linea anche il presidente provinciale di Confagricoltura Grosseto, Attilio Tocchi – che ribadisce come: “se guardassimo indietro di trenta anni vedremo le campagne toscane, e quelle maremmane in particolare, completamente lasciate a sé stesse, abbandonate dal miraggio della città e con i resti delle strutture mezzadrili e della colonizzazione della Riforma fondiaria. Oggi l’immagine è totalmente sovvertita, valorizzata e iconograficamente identificata dalla bellezza, con casali e poderi ristrutturati grazie alla attività agrituristica che ne ha permesso il recupero edilizio e al contempo ha migliorato l’immagine di un territorio come quello toscano che tutto il mondo ci invidia.”
L’altro punto che non piace assolutamente a Neri e Tocchi è legato al glamping, e si trova nella modifica dell’articolo 13 che limita enormemente l’ospitalità in spazi aperti. Tale variazione imporrebbe infatti una limitazione al numero di ospiti e di piazzole, senza tener conto della dimensione dell’azienda e del mantenuto rispetto alla principalità, penalizzando soprattuto le imprese medio grandi.
“Quello che dobbiamo assolutamente evitare – spiega il presidente regionale di Confagricoltura – è che sulla bellissima costa toscana, nascano dei tristissimi pseudo campeggi, dove dietro non c’è una vera azienda agricola, ma imprenditori agricoli fasulli e terreni limitati. Viceversa si deve puntare alla qualità, senza favorire la realizzazione selvaggia priva di criteri. Alle spalle ci devono essere vere aziende agricole di cui l’agriturismo ne rappresenta una integrazione. Deve sussistere connessione tra l’attività agricola e quella turistica e mantenere complementarietà della seconda con la prima.”
La speranza di Neri e di Tocchi è che la Regione Toscana compia un passo indietro rispetto alla proposta di modifica, perché altrimenti tutto il mondo agrituristico toscano ne risentirebbe pesantemente. “Auspico – conclude Neri – che si riveda l’impianto modificativo della proposta che trovo sfavorente, in particolar modo per quelle aziende che vogliono conservare il rispetto delle origini e non erodere la propria identità di agricoltori, offrendo servizi turistici e di accoglienza di qualità nei quali la vacanza è valore esperenziale.”