GROSSETO – «Nel sottoporre alla sottoscrizione dei sindaci l’ordine del giorno sulla riforma delle province non sappiamo se il presidente Antonfrancesco Vivarelli Colonna abbia avuto un comportamento dettato da buona o da cattiva fede» a dirlo sono i consiglieri provinciali Lorenzo Mascagni, Francesco Limatola, Luca Aldi, Marcello Giuntini che intervengono sulla proposta di un documento sul futuro delle province, presentata dal presidente Vivarelli Colonna.
«Nel primo caso, la buona fede, sarebbe opportuno che riflettesse sull’importante occasione che sta perdendo. L’UPI, Unione delle province italiane, ha proposto ai sindaci – attenzione sottolineiamo ai sindaci – un documento di sollecito e di richiesta al Governo e al Parlamento che denuncia “La necessità e urgenza di porre fine al dibattito istituzionale sulle Province, ormai superato e la cui riapertura non farebbe che produrre nuove incertezze e instabilità a tutto danno dei cittadini che amministriamo”. Di fatto si richiede di passare da una lunghissima fase interlocutoria a quella di revisione “della Legge 56/14″ sia rispetto alle funzioni fondamentali che rispetto alla “governance”».
«Noi sindaci e consiglieri provinciali condividiamo l’approccio proposto da UPI e lo riteniamo un’ottima base di dibattito – proseguono Mascagni, Limatola, Aldi e Giuntini -: finiamola con le chiacchiere e ricostruiamo partendo dai bisogni. Vivarelli Colonna evidentemente non ha compreso l’importanza di coordinare un dibattito del genere fortemente orientato alla valorizzazione dell’Ente Provincia, e ha snaturato l’occasione di avviare una riflessione politica alta innestando sulle richieste concrete contenute nel documento dell’Unione delle province italiane altre chiacchiere di squisito sapore localistico dimostrando di non aver neppure letto con attenzione le raccomandazioni contenute nella nota UPI dove si raccomanda e si richiede “di avviare immediatamente un dibattito costruttivo sul futuro delle Province, rifiutando qualunque implicazione di tipo propagandistico, nel pieno rispetto delle istituzioni”».
«Tale disattenzione fa generare il dubbio che l’aver voluto proporre al Consiglio provinciale della Provincia di Grosseto un proprio documento in cui sono contenute considerazioni unilaterali che coinvolgono la Regione Toscana e non sono mai state discusse collegialmente sia dettato da mala fede o, nel migliore dei casi, da pessimi consiglieri. Inserire elementi di polemica con l’istituzione regionale tradisce a nostro avviso lo spirito con cui UPI ha invitato a discutere e sottoscrivere il suo Ordine del Giorno. I consiglieri di opposizioni non sottoscriveranno quel documento e richiedono al presidente della Provincia di recedere da questa iniziativa recuperando lo spirito indicato da UPI».
«Poiché il presidente della Provincia ha ritenuto di confinare un dibattito nell’ambito del Consiglio provinciale chiedendo poi ai 28 sindaci della Provincia la sottoscrizione quasi come mero atto burocratico o dovuto, siamo a richiedere la convocazione dell’Assemblea dei sindaci che abbia come unico punto all’ordine del giorno la discussione sul testo proposto da UPI con l’obiettivo di condividerlo, approfondirlo ed eventualmente emendarlo e integrarlo al fine di pronunciarsi unitariamente».