FOLLONICA – Sulla recente conferenza dei servizi di Firenze sull’inceneritore di Scarlino interviene il Comitato del No che anni si batte contro l’impianto del Casone.
«La Giunta regionale, il suo Presidente, i massimi rappresentanti della maggioranza politica regionale – si legge nella nota del Comitato del No – , purtroppo ancora una volta non ci stupiscono e ci ricordano, anche in questa circostanza, la loro natura inaffidabile, di cui le loro più recenti ed altisonanti dichiarazioni sul tema dell’inceneritore, oggi smentite dalla Conf dei Servizi, sono l’ennesima conferma. Ci dimostrano ancora una volta quanto sia studiato, strumentale e finalizzato il loro agire, sempre teso a realizzare la loro strenua volontà ed indefessi obiettivi : la volontà di imporre le loro scelte e di ribadire che chi comanda in Toscana, anche per le scelte di grande valenza locale, non è il cittadino, non sono le popolazioni che vivono e danno vita ai territori interessati, non sono i Sindaci dei comuni coinvolti, o dovremmo dire travolti, dalle decisioni centrali, ma sono ” loro”, l’oligarchia regionale, sempre più tesa ad arroccarsi nel “privilegio decisionale” e distante dai cittadini, anziché esporsi ed aprirsi alle decisioni responsabili».
«L’obiettivo dell’oligarchia regionale di realizzare un grande inceneritore nella Piana di Scarlino per liberare dalla questione dei rifiuti altri territori della Toscana elettoralmente più preziosi e politicamente più protetti e per accondiscendere alle richieste del gruppo politico-finanziario proprietario dell’impianto, è sempre stato evidente ed a tutti ben visibile. Ma, evidentemente, non abbastanza da avere un rigurgito di coscienza o almeno consigliare maggior pudore e prudenza nelle decisioni, ieri come oggi».
«Nell’attuale circostanza fa specie il fatto che , nonostante le dure sentenze del Consiglio di Stato negli anni, le perizie del CNR di Napoli e dei CTU, quindi non di parte, del tribunale di Grosseto, che hanno confermato, in sostanza, che l’impianto dal 2005 ha lavorato con i forni fuori norma, con ciò che presumibilmente ne può essere conseguito in termini di emissioni nocive, non ci si interroghi su come sia potuto accadere, non si proceda alla ricerca dei responsabili ( eppure qualcuno avrà pur firmato certificazioni, dichiarazioni, attestazioni ed atti….), all’autocritica e verso scelte diverse, ma si richiedano ulteriori approfondimenti tecnici alla Scarlino Energia».
«Nel desolante spettacolo cui assistiamo da tempo, dell’esercizio del potere regionale, la nota rassicurante ed in grado di confortare i cittadini della Piana di Scarlino, è la chiara conferma delle posizioni assunte ad oggi da parte dei Comuni di Follonica e Scarlino, anche dove le maggioranze o le compagini di governo sono mutate, e la conferma che l’opposizione popolare all’impianto di incenerimento, espressa anche tramite il Comitato per il No all’inceneritore di Scarlino, è viva e ben presente a difesa di un territorio e di una popolazione già martoriati dall’inquinamento più di quanto si voglia riconoscere ufficialmente».