GROSSETO – Un grande passo avanti verso il lavoro legale e sicuro in agricoltura. E’ così che la Fai Cisl di Grosseto commenta la costituzione della Rete del lavoro agricolo di qualità, nata proprio nei giorni scorsi, e che vede la collaborazione delle organizzazione sindacali Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil, della Prefettura di Grosseto, dell’Inps e dell’Inail e delle associazioni datoriali.
“Si tratta di un risultato importante – commenta Antonella Biondi, segretario aggiunto della Fai Cisl Toscana e responsabile del territorio Grosseto – che ci ha visti coinvolti in prima linea, già a partire dai due incontri che si sono tenuti nei mesi di giugno e luglio, e che rende il nostro territorio all’avanguardia per l’impegno nel contrasto allo sfruttamento del lavoro agricolo”.
Grosseto, infatti, è la prima provincia toscana e una delle prime a livello nazionale a costituire la Rete del lavoro agricolo di qualità alla quale potranno aderire imprese che operano nel rispetto delle norme contrattuali e di legge del settore agricolo. “La Rete scaturisce dalla legge 199 del 2016 per il contrasto alla sfruttamento del lavoro agricolo, alle zone grigie che esistono, in questo settore, anche sul nostro territorio. E’ il punto di partenza che serve a promuovere e tutelare la legalità in agricoltura e sarà istituita nelle prossime settimane presso la sede dell’Inps di Grosseto”. “Ci auspichiamo – aggiunge Antonella Biondi – che tutte le imprese del territorio aderiscano alla Rete, per farsi portavoce loro stesse di valori fondamentali per il lavoro legale e sicuro, e far sì che tutte le aziende del territorio diventino virtuose”.
“Questo non è un punto di arrivo, ma la partenza di un lungo percorso per il quale tutte le parti, ognuna per il proprio ruolo, si sono date importanti obiettivi volti a far sì che tutte le aziende agricole in regola siano incentivate all’iscrizione alla Rete”. “Lavoreremo, quindi, per contrastare fenomeni come quello del trasporto irregolare dei lavoratori, delle cooperativa senza terra, dell’intermediazione illecita nella richiesta di manodopera, fenomeni che interessano anche la nostra provincia, da sempre ad alta vocazione agricola”. E proprio per sensibilizzare sulla questione i soggetti uniti nella Rete hanno messo in campo, già dall’autunno, delle iniziative specifiche sul tema, per fare di questo un messaggio culturale.