FIRENZE – Pensi al Giglio e vedi il mare: cristallino, invitante. Ma l’isola, fatta di tre borghi davanti all’Argentario, è un monte che si alza per cinquecento metri sul mare e non è solo spiagge e calette. A Castello, il centro dell’isola dove in inverno si concentrano gli abitanti, il vento spesso fischia attraverso le finestre. Metà abitata e metà vergine, l’isola è ricca di sentieri: in buona parte ancora verde e selvaggia. Sui declivi da cui lo sguardo si allunga in basso verso il blu del Tirreno si coltivano viti ed olivi: un’agricoltura eroica, fatta di fatica e terrazzamenti con muri a secco di granito. E l’obiettivo della cooperativa di comunità “Laudato sii”, che domani ospiterà l’assessore alla presidenza della Toscana Vittorio Bugli, è proprio il recupero di quell’agricoltura , con l’acquisto e la messa a norma intanto dell’unico frantoio dell’isola e tre ettari di terreni in comodato, coltivati anche a vite e frutteti, oltre alla volontà di rilanciare la pesca (e l’ittoturismo) con l’acquisto di una piccola barca, perché dei pescherecci che incrociano davanti l’isola nessuno, pur strano a dirsi, è gigliese. Un modo, come per tante altre cooperative di comunità, per creare posti di lavoro – non solo d’estate e nel turismo – ed evitare così che d’inverno la popolazione emigri. Un’opportunità per offrire anche servizi alla popolazione anziana, in collaborazione con altre associazioni del territorio.
“Laudato sii”, nata nel 2017 dall’idea di un parroco ed alcuni giovani, è una delle venticinque cooperative di comunità (in ventitré diversi comuni) che a dicembre del 2018 la Regione Toscana ha deciso di finanziare con un milione e duecentomila euro: per invertire appunto lo spopolamento e l’impoverimento delle aree più marginali della Toscana. L’incontro tra l’assessore i soci della cooperativa è previsto alle 14.30. Alle 20 è stata organizzata una cena e l’inaugurazione dell’attività di ittiturismo.
Finora la più famosa cooperativa di comunità in Toscana era quella del Teatro Povero di Monticchiello, paese del senese colpito dalla crisi della mezzadria all’inizio degli anni Settanta e che allora ha scelto di aggregarsi intorno ad un’idea di teatro di piazza che costituisce oggi un’economia importante per i residenti, Su spinta anche del bando della Regione, molte altre cooperative di comunità stanno nascendo. C’è chi punta al turismo sostenibile o alla valorizzazione dell’ambiente o dei beni culturali del posto. C’è chi pensa all’agricoltura, alla pesca o alla promozione di altre eccellenze enogastronomiche. Per tutti l’obiettivo è comunque lo stesso: offrire servizi, mantenere i beni comuni, creare qualche posto di lavoro, mettere insieme attività economiche che da sole non avrebbero la forza per an dare avanti (con internet veloce e il web che aiutano a rompere l’isolamento), esempio di economia collaborativa, ed evitare così che i residenti fuggano via.