GROSSETO – «Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sul fatto che il mattone nella nostra provincia non tira più, adesso non ha alcun motivo per dubitarne» afferma Giuseppe Conti segretario circolo PD di Gorarella. «E questo nonostante le fiduciose dichiarazioni di qualche assessore, in merito alla presunta ripresa del settore immobiliare grossetano, dedotta attraverso dati parziali e riferiti a tutto il territorio nazionale».
«A certificare invece la triste realtà locale, ben nota da tempo a tutti gli operatori del settore, ci pensano i dati definitivi relativi alle compravendite immobiliari per l’anno 2018: lo scenario che si presenta è quello di un mercato saturo e in estrema sofferenza, dove l’offerta supera di gran lunga la domanda. Ma quello che si evince in maniera chiara, è che le politiche urbanistiche a macchia di leopardo messe in piedi dalla attuale Amministrazione ed incentrate sulla realizzazione di nuovi appartamenti in zone periferiche sono un errore colossale, il cui unico effetto è produrre svalutazione degli alloggi esistenti, consumare prezioso suolo agricolo e creare quartieri dormitorio privi di adeguati servizi essenziali».
«Un fallimento totale quindi il modello di sviluppo urbano proposto dall’attuale assessorato all’Urbanistica, certificato nelle settimane scorse dalle varie associazioni di categoria, adesso anche dai dati ufficiali – prosegue il Pd -. E non è un caso che proprio Gorarella sia il quartiere più penalizzato da questo trend negativo con un -4,4%, quartiere che ricordo essere interessato da una variante urbanistica per la realizzazione di ulteriori 240 appartamenti nella zona del Casalone. L’intervento, che nelle intenzioni dell’Amministrazione Vivarelli Colonna dovrebbe rappresentare una sicura fonte di guadagno per le casse comunali, di crescita e sviluppo economico per tutta la città, sulla base degli attuali dati si prospetta come un probabile flop immobiliare i cui effetti negativi, quelli si, si rifletteranno su tutta la città».
«Facile quindi immaginare le conseguenze che la loro realizzazione avrebbe sull’intero mercato immobiliare cittadino. Prospettive di inversione del trend negativo, si prevedono invece nei quartieri centro e semicentro, proprio laddove sarebbe utile intervenire con operazioni di riqualificazione urbana e rigenerazione di interi isolati già esistenti. In buona sostanza questi dati ufficiali certificano quanto emerso durante il dibattito aperto da giorni sull’urbanistica e cioè che la crescita sostenibile di una città moderna e proiettata verso il futuro, non può che essere indirizzata prioritariamente verso il recupero del patrimonio esistente».
«Ne emerge che, in alternativa ad inutili e scriteriati modelli di sviluppo destinati a fallire ancor prima di iniziare, l’unica soluzione efficace in grado di dare immediati riscontri economici e benefici a tutta la città, sia quella di intervenire nei tanti spazi vuoti posti all’interno della città, attraverso una operazione di ricucitura del tessuto urbano e di tutte quelle aree attualmente degradate. Del resto già da anni tutte le città moderne stanno andando in questa direzione, riscontrando peraltro ottimi risultati, in termini di crescita sociale, culturale, tutela ambientale, economici e di sicurezza, ma a Grosseto si continua a preferire l’urbanistica creativa, approssimativa e fatta a caso» conclude Conti.