GROSSETO – «Apprendiamo con piacere l’esito del tavolo istituzionale che ha licenziato unanimemente la delicata questione che riguarda il carcere Grossetano di via Saffi» a dirlo in una nota congiunta le segreterie provinciali dei sindacati Cgil, Cisl, Uil di categoria del pubblico impiego e della sicurezza e delle segreterie provinciali di Sappe, Uspp e Cnpp .
«L’intero tavolo istituzionale si è speso con decisione per continuare nei servizi per questo territorio – spiega la nota dei sindacati – preservando posti di lavoro e ricchezza. Nel tavolo è spiccata la capacità di coordinamento del prefetto che ha permesso di cogliere l’ottimo risultato di concerto con il presidente del tribunale e la procura di grosseto; il Dap rappresentato dal Provveditore Regionale; il Comune e la Provincia di Grosseto; le forze dell’ordine operanti sul territorio; il Ministero della Difesa, il demanio Toscana e Umbria; la Regione Toscana».
«Di fatto dal tavolo coordinato dalla Prefettura è uscita la soluzione sollecitata e rappresentata con forza dalle organizzazioni sindacali; in attesa degli sviluppi inerenti la costruzione di un nuovo carcere, volontà emersa nella riunione a fronte delle disponibilità e fattibilità mostrate, la struttura di via Saffi resterà aperta per un ragionevole periodo. La realizzazione dell‘auspicata e ventilata apertura di una nuova struttura carceraria darà importanti risposte sul piano occupazionale, direttamente e indirettamente, giovando all’economia cittadina ad esempio nel campo dell’edilizia».
«Dovrebbe cosi concludersi una fase d’incertezza durata quasi un ventennio in merito alla costruzione del nuovo carcere a Grosseto – conclude la nota – si coglie l’occasione per ringraziare il prefetto e tutto il tavolo istituzionale per il buon esito del lavoro svolto, lavoro che conferma il valore aggiunto della capacità di fare squadra agendo sotto un’unica regia e nell’interesse comune. A fronte dei tanti servizi pubblici dei quali la provincia di Grosseto si è vista depauperata in questi anni, con chiusure e delocalizzazioni, speriamo che questo possa essere un segnale d’inversione ed un nuovo indirizzo sulla capacità e possibilità di agire a tutela dei servizi ai cittadini e del nostro territorio».