SCARLINO – La candidata a sindaco del centrodestra Francesca Travison boccia il piano operativo del Comune di Scarlino, approvato dalla maggioranza al consiglio comunale il 20 febbraio scorso. Un punto all’ordine del giorno che Travison, come consigliera di opposizione, a suo tempo si era astenuta dal votare, «Per mancanza di tempo e competenze tecniche per verificare un documento così complesso in pochi giorni», come ha spiegato questa mattina in occasione della conferenza sull’argomento.
In questi mesi, però, Francesca Travison si è messa a studiare, insieme all’ingegnere Cesare Spinelli e il geometra Luciano Giulianelli (entrami candidati al consiglio con Travison) e dall’analisi del piano operativo il gruppo è rimasto «più che perplesso».
Dal capoluogo alle frazioni di Scalo e Puntone il piano operativo «è stato elaborato in fretta e con i piedi» è l’opinione della Travison ma la parte di maggior preoccupazione è rappresentato dalle destinazioni di nuovi spazi alla piana del Casone; una parte del piano operativo che durante gli incontri pubblici del sindaco Marcello Stella, non sarebbe mai stato esposto ai cittadini. «Agli incontri si è sempre solo parlato delle frazioni abitate mai della piana del Casone» – confermano i due tecnici che erano presenti alle assemblee.
Risulta, infatti, che nella piana, su sei lotti, che si estendono su 47 ettari circa, sono previste delle volumetrie pari a 2 milioni e 300mila metri cubi che presentano, tra le altre destinazioni d’uso, anche il recupero di rifiuti, in base al decreto legislativo 205/2010. Per fare un paragone, lo spazio destinato alla Piana equivale a 7.666 appartamenti da 100 metri quadrati mentre per la realizzazione delle terme nel piano operativo sono stati destinati soltanto 20 posti letto nuovi. «Quindi – si chiede Travison – qual è lo scopo del piano operativo; lo sviluppo turistico o quello industriale?».
Oltre alla questione industriale, le osservazioni dei tecnici riguardano anche altri punti, a partire dalle piste ciclabili. «La “Ciclovia” – spiegano – tanto promossa dal sindaco uscente è su un’area a rischio idraulico 4. Quali sono le sue intenzioni? Desidera risolvere la pericolosità idraulica con importanti opere ingegneristiche economicamente dispendiose? Oppure lasciare in pericolo i ciclisti che la percorreranno? Abbiamo notato poi la scarsa logica nell’individuare i percorsi ciclo-pedonali, posizionati in zona estremamente ripide e con tratti senza uscita. Spesso i percorsi previsti non hanno alcun senso».
Lo stesso vale per la viabilità del Puntone. «In particolare le opere risultano estremamente antieconomiche, per il rischio idraulico e sotto altri aspetti, poco logiche. L’utilizzo di una parte della vecchia strada delle Collacchie, data la sua morfologia e le numerose curve, sembra impedire il trasporto di imbarcazioni verso i cantieri portuali, creando così un problema per le attività presenti».
Per quanto riguarda la frazione di Scarlino Scalo, nel Piano operativo è stato inserito il cambio di destinazione dell’area commerciale della frazione, trasformata in zona di ampliamento. «Ciò significa che chi ha un’attività in quella parte di Scarlino Scalo dovrà abbandonare il capannone e costruirne uno nuovo, a sue spese, alla Botte. Come può un’amministrazione costringere degli imprenditori, già in difficoltà a causa della recessione in atto, ad affrontare nuove spese, senza alcun aiuto economico da parte dell’ente pubblico solo per liberare una zona che non ha nulla di caratteristico da proteggere? Le principali piazze della frazione di Scarlino Scalo inoltre sono destinate a parcheggi: questo significherebbe riqualificazione?».
«La zona delle Case non resta fuori dal disastro – elencano ancora i tecnici Spinelli e Giulianelli -; non è stato previsto alcun tipo di marciapiede, richiesta e necessità ormai pluriennale. È stata impostata una viabilità parallela a quella attuale senza un motivo reale, andando a cambiare le destinazioni d’uso di terreni destinati ad attività agricole. Inoltre la zona di espansione prevista presenta un indice di copertura del 30% costringendo a edificare delle piccole palazzine, incrementando così l’entropia del luogo e distruggendo la già debilitata armonia architettonica e paesaggistica del luogo. Ricordiamo che alle Case mancano ancora i numeri civici alle abitazioni».
Anche sulle previsioni che riguardano il capoluogo, i tecnici si chiedono il senso di alcune decisioni. «Nella zona compresa tra il paese e la Valle – spiegano – è prevista un’ampia area destinata ad attività commerciali. Data la morfologia territoriale molto impervia, ci chiediamo come sia possibile realizzare un centro di tali dimensioni in quei terreni. Inoltre la zona è caratterizzata da numerosi edifici di recente realizzazione, in gran parte non venduti o addirittura non terminati, ad oggi veri e propri scheletri edilizi. Non è meglio quindi rimediare ai danni fatti in precedenza, prima di rischiare di costruire una nuova cattedrale nel deserto, e deturpare ulteriormente una collina già ampiamente compromessa?».
«Questo piano è un disastro – è la conclusione della lista Travison – e una condanna per il nostro territorio: non ci sono prospettive di sviluppo, e soprattutto c’è una previsione pericolosa per la Piana di Scarlino che riguarda i rifiuti e che lo stesso sindaco ha dichiarato di voler modificare attraverso delle osservazioni in Comune. Ma che logica è presentare delle osservazioni su un piano operativo che lui stesso ha redatto?».
«Per tutto questo – ha concluso Francesca Travison – la nostra proposta è quella di accantonare questo atto e fare un nuovo Piano operativo che sia un vero volano di sviluppo per il nostro territorio, dove siano comprese anche le spiagge che in questa previsione, figlia della fretta pre-elettorale, non vengono nemmeno tenute in considerazione».