GROSSETO – “Era la nostra prima gravidanza e la notizia ci ha colpiti come un fulmine a ciel sereno. Dopo ricordo un susseguirsi di emozioni, dapprima ansia e preoccupazione per il nostro piccolo, ma grazie al sostegno e alla competenza degli specialisti del Misericordia alla fine è andato tutto bene e adesso per noi è solo un’immensa gioia ogni giorno!”.
Con queste parole piene di passione, Danilo racconta la storia a lieto fine del suo piccolo Lorenzo, nato in salute lo scorso dicembre dopo che i medici dell’UOC Ostetricia e Ginecologia, diretta dal dottor Fabrizio Signore, hanno scoperto e curato un’anomalia nella compatibilità tra il gruppo sanguigno del feto e quello della madre Alina.
“La signora Alina è stata seguita per tutta la gravidanza nel nostro reparto – spiega il dottor Signore – In seguito ad alcuni esami specifici, eseguiti nel primo trimestre di gravidanza, è stata riscontrata la presenza di isoimmunizzazione Rh. Da lì è stata presa in cura presso gli ambulatori della patologia ostetrica, in particolare dalle dottoresse Gabriella Malagnino e Cinzia Orlandini”.
La verifica del gruppo sanguigno e del fattore Rh è uno degli esami che vengono offerti a tutte le donne all’inizio della gravidanza. Questo esame risulta determinante perché nel caso in cui i futuri genitori abbiano gruppi sanguigni differenti, se il feto eredita il gruppo paterno, la madre può sviluppare una risposta immunitaria (cioè produrre anticorpi) contro i globuli rossi del feto, che l’organismo materno identifica come estranei perché diversi dai propri. Gli anticorpi materni attaccano e distruggono i globuli rossi del feto; la possibile conseguenza di ciò è una anemia, nota come malattia emolitica del feto, che nei casi più gravi può condurre a morte intrauterina. Il caso più frequente, come è accaduto alla signora seguita al Misericordia, riguarda il fattore Rh e si verifica quando il gruppo sanguigno della madre è Rh negativo mentre quello del padre è Rh positivo: l’organismo materno può sviluppare anticorpi, chiamati anticorpi anti-D. In genere, questo non avviene durante la prima gravidanza, ma in quelle successive, perché nella grande maggioranza dei casi l’organismo materno sviluppa gli anticorpi durante il parto, per questo motivo attribuire le anomalie riscontrate a questo problema specifico non era così scontato, bensì è stato il risultato di accurate indagini diagnostiche e approfondimenti.
La paziente è stata pertanto seguita con controlli settimanali da una équipe multidisciplinare composta dai medici dell’Ostetricia e del Centro Trasfusionale, effettuando in maniera sistematica monitoraggio degli anticorpi ed ecografie per verificare costantemente lo stato di salute del bambino. “Nonostante l’indice degli anticorpi fosse stabile, alla 31esima settimana la gravidanza è stata complicata da un rallentamento del ritmo di crescita fetale e dal riscontro di segni di anemia sul bambino in utero. – racconta Signore – Alla luce delle sopravvenute criticità, abbiamo deciso di interpellare i colleghi della patologia ostetrica del Policlinico Gemelli di Roma, con cui la Azienda ha stipulato una convenzione per procedure di alta specializzazione, che il giorno stesso hanno accolto in reparto la paziente e nei giorni successivi hanno sottoposto il feto alla trasfusione di sangue intrauterina per risolvere l’anemia”.
Il 29 dicembre scorso, Lorenzo è nato al Gemelli di Roma, con qualche settimana di anticipo ma sano e fuori pericolo. Dopo qualche mese, babbo Danilo e mamma Alina sono potuti tornare a casa ad Orbetello, stringendo tra le braccia il loro piccolo.
“Ci sono stati momenti difficili, credo sia impossibile per chiunque stia per diventare genitore non provare paura quando si tratta della salute del proprio figlio, ma devo riconoscere che tutto il personale dell’Ostetricia di Grosseto ci ha seguito con attenzione e premura grazie al grande senso di umanità e empatia che abbiamo trovato, alla competenza professionale e a un’assistenza clinica e organizzativa efficiente che ci ha consentito lo stesso giorno in cui è stata scoperta l’anemia del piccolo di essere trasferiti al Gemelli. Ringrazio tutti gli operatori che in maniera scrupolosa hanno curato il nostro Lorenzo che adesso cresce in salute e ci riempie la vita di amore”.