ROCCALBEGNA – «Nell’ultimo consiglio comunale svolto, siamo stati chiamati ad approvare un pareggio di bilancio, che sembra accontentare tutti ma che in realtà non accontenta nessuno. Un bilancio tenuto in piedi dai volenterosi impiegati del comune, che ringraziamo per il lavoro svolto, ma che evidentemente ha una carenza strutturale, ammanca chiaramente di un indirizzo politico» a dirlo è una nota del gruppo consiliare “Ricostruire in Comune”.
«Ancora oggi – prosegue la nota – dopo tre anni di “nuova” amministrazione, i problemi concreti del territorio restano tali, nonostante le promesse della scorsa campagna elettorale. Nel programma di governo della lista attualmente in maggioranza si leggevano tante promesse, che alla fine restano vane parole, come dette da un qualsiasi rappresentante di un partito politico, che lotta perché tutto cambi affinché niente cambi. Partiti politici dai quali il sindaco ed il suo entourage dicevano di voler tenersi lontani, chiamando addirittura la lista “liberi dai partiti”, ma che alla fine imitano a menadito. Non stiamo qui ad elencare tutti i punti previsti nel loro programma, invitiamo tutti, sindaco e consiglieri ad andarseli a rileggere ed a farsi una piccola analisi di coscienza».
«Intanto Roccalbegna – sottolinea il gruppo – si conferma da qualche anno il comune più povero della Toscana;
chiaramente come nelle migliori storie di San Francesco (testuali parole del sindaco Galli), la colpa verrà imputata tutta al lupo, non ad un’amministrazione che, a parte sporadici spot, è stata incapace non solo di affrontare il problema delle predazioni, ma anche e soprattutto di dialogare con le associazioni di categorie e di intraprendere un percorso di valorizzazione dei prodotti locali, unica base di ripartenza per un economia rurale, come quella del comprensorio Amiatino. O come nelle peggiori favole di Trilussa, il comune che si attesta su una raccolta di rifiuti intorno al 28%%, contro una media regionale del 53% vede l’amministrazione Galli tacciare i cittadini di poca attenzione rispetto questa pratica virtuosa. I servizi essenziali come le scuole, il trasporto scolastico, l’acquedotto ed i servizi cimiteriali sono stati trasferiti all’unione dei comuni o esternalizzati. Cosa rimane da fare quindi all’attuale maggioranza, se non dare un indirizzo politico all’economia di questo territorio? Veramente siamo convinti che un territorio come il nostro possa avere un punto di svolta nei contributi maggiorati da parte di Enel, nel caso di costruzione di una nuova centrale? Siamo stanchi di godere di primati negativi, c’è bisogno di più assunzione di responsabilità per il ruolo amministrativo che si ricopre».
«Basterà poter dire – dicono ancora i consiglieri – i soldi sono pochi? Subito dopo aver gettato la bellezza di 30mila euro in deserti campi di calcetto a Vallerona, quando ancora ai bimbi delle medie ed elementari di Roccalbegna manca una palestra per fare le attività fisiche essenziali ,ed i giovani emigrano per la mancanza di un asilo nido. Tante altre risorse poi in Parchi della rimembranza, dove fra qualche anno, di questo passo, non resterà nessuno per giocare ne tanto meno per ricordare. Ed è così che Roccalbegna è tornata nel silenzio che meno gli si addice ma che più gli spetta di diritto per non aver saputo, e non saper imitare le pratiche virtuose che altri comuni simili al nostro applicano, garantendosi economie prospere e sostenibili».
«Oggigiorno – aggiunge il gruppo – l’attacco agli enti locali è sistemico e ho come ultimo obiettivo la scomparsa della funzione pubblica e sociale dell’ente locale, come sin qui lo abbiamo conosciuto, trasformandone il ruolo da erogatore di servizi per la collettività a facilitatore dell’espansione della sfera di influenza dei capitali finanziari e da garante dell’interesse collettivo a sentinella del controllo sociale delle comunità. Una trasformazione autoritaria necessaria per permettere, attraverso la drastica riduzione della democrazia di prossimità, la totale spoliazione dei beni comuni delle comunità locali. (Vedi piano per l’alienazione beni pubblici). Per queste ragioni, l’ente locale è destinato a diventare uno dei luoghi fondamentali dello scontro sociale . Cosa posseggono infatti gli enti locali? Territorio, patrimonio e servizi, ed è su questi che si sta giocando, la guerra contro i beni comuni e la democrazia di prossimità (diretta)».
«I treni spesso passano una volta sola – concludono i consiglieri – speriamo in un miracolo d’ora in poi, e cioè che l’attuale amministrazione possa dare ascolto alle minoranze, che comunque rappresentano parte della popolazione, come non è stato fatto fino ad ora, e che la popolazione sia coinvolta e partecipi maggiormente alla vita pubblica, per studiare soluzioni comuni al declino di questa nostra terra».